Nel 1930 l’idea di ”portare il lavoro a casa degli operai” aveva spinto Aristide Merloni, ex emigrante, a tornare nelle Marche da Pinerolo. ”Portare l’Italia nel mondo” fu poi il motto del figlio Vittorio Merloni, presidente di Confindustria. 84 anni dopo, il sogno del fondatore delle Industrie Merloni sfuma nel suo apparente contrario: gli americani di Whirlpool si prendono la Indesit Company, un marchio storico del Made in Italy, e un pezzo della terza generazione dei Merloni abbandona il suo ‘feudo’, Fabriano, cuore del distretto elettrodomestico nazionale. Vittorio, da anni malato e fuori dalle scelte aziendali, è riuscito a veder diventare la Indesit una multinazionale tascabile, con sbarco in borsa. Ma la crisi internazionale e di settore, affrontate con dimensioni aziendali ritenute troppo ridotte, hanno spinto la holding della famiglia Merloni, Fineldo, e alcuni membri della dinasty a cedere il 60,4% del capitale sociale di Indesit, pari al 66,8% dei diritti di voto. Dopo mesi di supposti contrasti fra i figli di Vittorio, Andrea e Aristide (nominato tutore del padre), Maria Paola e Antonella sulle ipotesi di vendita o partnership ‘forte’, la notizia della cessione non ha sorpreso. ”I principi che hanno guidato la selezione del partner di Indesit sono stati ispirati non solo alla creazione di valore economico per tutti gli azionisti, ma anche alla necessità di preservare l’eccellenza, la qualità ed il saper fare delle persone che hanno fatto e continueranno a fare questo gruppo sempre più grande” assicura Aristide Merloni, mentre i lavoratori, i sindacati, lo stesso presidente della Regione Gian Mario Spacca chiedono garanzie sul rispetto dell’accordo del dicembre 2013 sul piano di riorganizzazione di Indesit, che prevede 83 milioni di investimenti nei 4 stabilimenti italiani (due a Fabriano, uno a Comunanza e uno a Caserta, 4 mila addetti in tutto), il rinnovo quasi totale della gamma dei prodotti a più alto valore aggiunto, ammortizzatori sociali e nessun licenziamento per 5 anni. ”In dieci anni, la famiglia Merloni, prima con la ‘Antonio Merloni’ ed oggi con Indesit, è quasi scomparsa da Fabriano. Era inimmaginabile ma purtroppo è accaduto” commenta Mario, uno degli operai a Fabriano. Claudia, una sua collega, cerca di sdrammatizzare, ”oggi tra di noi si parlava in americano…”, ma i timori legati ad una possibile sovrapposizione di prodotti e stabilimenti fra due aziende similari sono palpabili. E oltre alla preoccupazione per i posti di lavoro, si devono elaborare anche gli effetti di una separazione psicologica fra factory e dimensione di vita cittadina. Aristide fonda la prima fabbrica di bilance ad Albacina praticamente dal nulla. Sei anni dopo sposta la sede a Fabriano, e nel 1954, su suggerimento di Enrico Mattei, avvia la produzione su larga scala di bombole per il gas. Poi arrivano i fornelli a gas, le cucine, gli apparecchi termosanitari ed elettrodomestici (con il marchio Ariston). I tre figli Francesco, Vittorio e Antonio (Ester non ha mai preso parte alla gestione diretta) guidano le tre divisioni aziendali di meccanica, termosanitari, elettrodomestici. La Merloni elettrodomestici diventa Indesit 30 anni dopo, prendendo il nome del marchio acquisito nel 1987, anno della quotazione. E’ un’epoca di forte sviluppo: all’inizio degli anni Novanta Indesit è il secondo gruppo europeo del settore. Nel 2005 viene ribattezzata Indesit Company. Per descrivere il modello di industrializzazione diffusa delle origini, l’economista Giorgio Fuà coniò il termine ‘metalmezzadro’. Dei metalmezzadri Aristide fu anche anche sindaco e senatore (Dc), come sindaco di Fabriano è stato in seguito il figlio Antonio, ministro dei Lavori pubblici l’altro figlio Francesco (il fondatore di Ariston Thermo, un gruppo tuttora radicato a Fabriano), e attuale senatore la nipote Maria Paola Merloni, eletta con il Pd ora nel gruppo Per l’Italia. Molta classe dirigente e politica marchigiana si forma nelle attività di impresa o di ricerca delle aziende Merloni. Oggi che Indesit passa il testimone agli Usa, il sindaco Giancarlo Sagramola spera che ”Whirlpool rispetti gli accordi, e Fabriano possa avere un ruolo importante all’interno di un grosso gruppo, con la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

 

 

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