«Ci sono esperienze che a Castel Voltuno dimostrano la concreta possibilità non solo di coesistenza, ma di intreccio e possibilità di sviluppo legate a un modello di integrazione reale tra migranti e autoctoni. Sabato a Casa di Alice, nella sartoria sociale che le donne migranti e italiane della cooperativa sociale “Altri Orizzonti” hanno realizzato in un bene confiscato alla camorra, si è dimostrato che c’è una strada nuova che si può, si deve percorrere» lo affermano gli organizzatori del Festival dell’Impegno Civile/ Le terre di Don Peppe Diana, promosso dal Comitato Don Peppe Diana e da Libera Coordinamento Provinciale di Caserta, che sabato scorso ha fatto tappa a Baia Verde per la sfilata di moda interculturale con le creazioni Made in CastelVolturno nate in quella che una volta era la residenza estiva di Pupetta Maresca «Non si negano i grandi problemi presenti su questi territori, ma non possono essere slegati dalle condizioni di sfruttamento e povertà cui spesso sono costretti i migranti. Persistono inoltre, inutile negarlo, forti pregiudizi nati dalla mancata conoscenza reciproca, dalla diffidenza, dal clima di paura che pure politiche statuali antidemocratiche sull’immigrazione hanno fomentato. Infine, come pure nel corso della giornata di sabato ribadiva il sindaco di Castel Volturno, lo Stato in questi territori continua a mostrare con difficoltà la propria presenza, a partire da un cocnreto sostegno a piani di sviluppo locale. Il nostro festival, però, pure nel suo piccolo» continuano gli organizzatori dell’unica kermesse in Italia interamente realizzata sui beni confiscati alle mafie «anche sabato ha dimostrato che non ci si può arrendere alla banalità del non può essere altrimenti. Esperienze come quella di Casa di Alice, della Jerry Masslo, e di tante realtà associative di quei territori, dimostrano che proprio la capacità di intreccio può essere una risorsa. Se oggi il marchio Made In Castel Volturno è un brand di moda che vende in tutt’Italia e in Europa è perché ha unito sapienze sartoriali, stoffe e design italiani e africani. Anche in un momento così complesso non possiamo lasciarci sopraffare dallo sconforto e dalla rabbia. Il Festival tornerà a Castel Volturno il 19 luglio con un’altra tappa su un bene confiscato, in località La Piana. Sarà interamente dedicata a Jerry Essan Masslo, assassinato a Villa Literno il 19 agosto di 25 anni fa. Siamo chiamati al dovere» concludono i promotori del Festival «che sacrifici tanto drammatici come quello di Jerry Masslo, come quello dello stesso Don Peppe che per primo avviò su questi territori un fattivo dialogo interculturale, non restino vani. Ci sono possibilità altre, che nascono addirittura su beni tolti alla camorra, ripartiamo da qui»

 

 

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