La giustizia presenta il conto per le “spese pazze” dei consiglieri regionali del Piemonte. Quattro condanne, quattordici patteggiamenti e ventiquattro rinvii a giudizio chiudono, a Torino, l’udienza preliminare per gli inquilini di Palazzo Lascaris della scorsa legislatura, accusati di avere utilizzato i fondi dei gruppi consiliari per pranzi, cene e acquisti di ogni tipo, dal giardinaggio all’estetista, dalle cravatte ai videogame, dal Gratta e Vinci al frullatore. Un milione e 700 mila euro di irregolarità secondo le indagini della guardia di finanza. A parte il Lazio e altri casi sporadici, il Piemonte è la prima delle varie regioni italiane a tagliare il traguardo di un tribunale. La sentenza del gup Roberto Ruscello, dunque, è un assaggio di cosa potrà capitare anche altrove. Per un curioso paradosso la pena più alta, nel capoluogo subalpino, non arriva per un consigliere regionale, ma per un ex consigliere del Comune di Torino, Gabriele Moretti, di centrosinistra, condannato a tre anni. Rispondeva di un peculato da 191 mila euro: il pagamento di una consulenza affidata alla sua società dal consigliere regionale Michele Dell’Utri (Moderati) con i soldi del gruppo. Un anno, otto mesi e venti giorni sono per il presidente dell’Assemblea, Valerio Cattaneo (ex Pdl), che continua a proclamarsi innocente (“le spese che mi hanno attribuito erano nel rispetto delle regole e non sono mai state a fini personali”) e annuncia un ricorso in appello. “E’ una condanna – interviene il suo legale, Mauro Ronco – che stride con la realtà e con l’indiscussa onestà del mio assistito”. Un anno e otto mesi sono per Carla Spagnuolo, di Forza Italia (“non ho usato neppure un euro per scopi che non fossero legati all’attività politica”), e due anni e sei mesi a Roberto Boniperti, ex Pdl, accusato anche di truffa oltre che di peculato. I patteggiamenti vanno dai dodici ai diciotto mesi. Per i rinviati a giudizio l’appuntamento in aula è il 21 ottobre insieme all’ex governatore, il leghista Roberto Cota, che aveva scelto il rito immediato. “Tutte le nostre richieste sono state accolte”, commenta il procuratore aggiunto Andrea Beconi. I pm Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi, che hanno coordinato le indagini e sostenuto l’accusa, ora aspettano l’esito dei controlli della guardia di finanza sugli anni precedenti al 2010, quando la maggioranza era di centrosinistra. “Oggi il giudice ha scelto la linea dura – afferma Cattaneo – e ora ci sarebbe da aspettarsi identico rigore nei confronti dei colleghi di centrosinistra per i quali la procura, in questo procedimento, ha chiesto l’archiviazione”. La Regione, intanto, passa all’incasso: i consiglieri hanno restituito in tutto quasi due milioni di euro. “A ottobre – dichiara l’avvocato Alessandro Mattioda – valuteremo se costituirci parte civile”.

 

 

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