Romano, 36 anni, ferito lievemente all’anca e alla coscia sinistra: è giunto questo pomeriggio in ospedale a Napoli, e ai medici ha raccontato di essere stato colpito perché giallorosso, da uno o più sconosciuti nei prezzi della stazione di piazza Garibaldi. Potrebbe trattarsi di una nuova tappa nella escalation di tensione tra tifosi del Napoli e della Roma dopo i disordini per la finale di Coppa Italia e la morte di Ciro Esposito, ma la questura di Napoli è estremamente cauta in attesa di compiere le verifiche del caso. L’uomo infatti è stato dimesso, si è allontanato senza sporgere alcuna denuncia, e quindi occorrerà ora rintracciarlo e verbalizzare la sua versione, prima di procedere ad ulteriori riscontri. La notizia, pur priva di conferme, suscita allarme, come testimonia l’intervento del senatore Giuseppe Esposito (Ncd), vicepresidente del Copasir: “Deve assolutamente essere fermata questa spirale di odio e violenza, anche perché, se le prime ricostruzioni venissero confermate, per le forze dell’ordine è difficilissimo agire quando tali gesti sono compiuti da ‘cani sciolti’ che non possono rappresentare la parte pulita di Napoli”.

Questi, per ora, i fatti. Il 36enne è giunto, intorno alle 15.30, a bordo di un’ambulanza del 118, nell’ospedale Loreto Mare della città dove ha detto di essere stato accoltellato, nei pressi della stazione ferroviaria di piazza Garibaldi, perché romanista. Dopo circa due ore di attesa (al pronto soccorso era stato classificato tra i casi non urgenti) è stato medicato e poi dimesso con una prognosi di 5 giorni. Secondo quanto riferisce la questura, il giovane romano non ha presentato denuncia. La polizia ora intende rintracciare sia lui che le persone presenti nel pronto soccorso con le quali ha parlato, per verificare l’esatta dinamica dell’accaduto e il vero movente del ferimento, oltre che l’attendibilità della versione riferita. L’episodio richiama quanto accaduto dieci giorni fa, quando in un vicolo del centro storico di Napoli è stato accoltellato – al gluteo, prognosi 10 giorni – un giovane di 25 anni, romano e romanista, che lavora in città come aiuto cuoco in un noto hotel. Alla polizia ha riferito l’epiteto del suo aggressore, ‘sporco romano’, che ha fatto il giro del web e riacceso le tensioni. Vicenda su cui le indagini della Digos sono ancora in corso, ma che secondo gli elementi raccolti finora potrebbe essere collegata a dissidi sorti nell’ambiente lavorativo. ‘Sporco romano’, dunque, come insulto legato alla provenienza della vittima, e non alla sua fede giallorossa. Quale che sia la spiegazione dei singoli casi, la tensione successiva alla morte di Ciro Esposito – il tifoso del Napoli morto dopo quasi due mesi di agonia, per il colpo di pistola che gli ha lacerato un polmone a Roma, nel pomeriggio di follia prima della finale di Coppa Italia – è un elemento di forte preoccupazione. Non solo in vista dei prossimi match tra Roma e Napoli, ma anche nel timore di agguati e ritorsioni che potrebbero partire sia dal mondo ‘organizzato’ degli ultrà, sia da quello, ancora più arduo da monitorare, dei ‘cani sciolti’ armati di pistola o di coltello.

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