La decisione del Riesame di non accogliere la richiesta di scarcerazione di Gennaro Lametta, titolare dell’agenzia e proprietario del bus precipitato dal viadotto Acqualonga dell’A16 Napoli-Canosa, nel quale persero la vita 40 persone il 28 luglio dell’anno scorso, ”è una misura profondamente ingiusta”. Lo dice, in una nota, l’avvocato Sergio Pisani, che difende lo stesso Lametta. ”Il cedimento strutturale che ha causato l’incidente – sottolinea nel comunicato – è del tutto scollegato dalle verifiche che vengono svolte in sede di revisione. Inoltre, secondo quanto accertato dai consulenti della Procura, se la barriera esistente fosse stata in normali condizioni di installazione avrebbe contenuto l’autobus, impedendone la caduta dal viadotto. L’analisi dinamica effettuata dai predetti consulenti ha dimostrato infatti che la stessa barriera, qualora tutti i tirafondi fossero stati integri, avrebbe contenuto agevolmente l’autobus sul viadotto”. ”Invece nell’evento reale – aggiunge il penalista – la barriera non ha funzionato come avrebbe dovuto e come avrebbe funzionato in condizioni di corretta manutenzione, a causa dell’elevato stato di corrosione dei tirafondi. E proprio lo stato di degrado dei tirafondi, secondo la conclusione dei periti, è la causa fisica principale del fatto che la barriera non sia stata in grado di contenere il bus. La barriera, se in perfetto stato, avrebbe dunque dovuto resistere ad una sollecitazione ben maggiore di quella trasmessa dal veicolo, tanto maggiore che il povero Ciro Lametta (autista del mezzo, morto nell’incidente, e fratello di Gennaro) contava di appoggiarvisi sopra per superare il ponte, un ponte peraltro privo della corsia di emergenza, presente invece nel tratto precedente”. ”Se queste, all’esito della perizia disposta dagli inquirenti, sono le cause che hanno determinato il volo del bus nella scarpata – conclude Sergio Pisani nel suo comunicato – dobbiamo domandarci come mai Gennaro Lametta si trovi in carcere e i vertici della Società Autostrade non siano stati nemmeno interdetti. Se le barriere avessero funzionato il bus si sarebbe arrestato. E senza quel volo non ci sarebbe stata una sola vittima”