Torna in carcere Alfonso Papa, ex parlamentare del Pdl. La nuova inchiesta della procura di Napoli, che ha fatto finire ai domiciliari anche il padre, Giovanni Papa, è relativa a presunti favori, in cambio di denaro e altre utilità, agli imprenditori Angelo e Roberto Grillo, ritenuti vicini al clan camorristico dei Belforte.
Alfonso Papa, ex parlamentare del Pdl tornato oggi in carcere, avrebbe garantito aiuto agli imprenditori Angelo e Roberto Grillo, ritenuti vicini al clan Belforte, per l’aggiudicazione di appalti di servizi di pulizia presso Trenitalia, Consip e nel porto di Cecina (Livorno). Ma sarebbe anche intervenuto affinché il Consiglio di Stato cancellasse la decisione del Tar Campania che, in prima istanza, aveva respinto il ricorso contro l’interdittiva antimafia disposta dalla prefettura di Caserta contro la società dei Grillo. Queste le principali accuse mosse dalla procura partenopea ad Alfonso Papa e al padre, Giovanni, finito ai domiciliari: quest’ultimo, secondo i pm, aveva uno stretto ruolo di collaborazione con il figlio, per conto del quale avrebbe più volte materialmente riscosso somme di denaro pagate dai Grillo. Lo stesso Giovanni Papa aveva anche accompagnato gli stessi Grillo negli uffici di Trenitalia per pratiche relative ad alcuni appalti.
Ad Alfonso Papa viene inoltre contestato il reato di induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria, per aver promesso alla sua segretaria utilità di vario tipo in cambio del silenzio con gli inquirenti. Tra le accuse ad Alfonso Papa, contenute nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita stamane, c’è anche quella di peculato per indebito uso dell’auto blu. Secondo gli inquirenti, dal febbraio 2002 al febbraio 2011 Papa si sarebbe avvalso – con una spesa per l’Erario di circa 350mila euro – dell’uso di una vettura delle Fiamme Gialle in modo del tutto illegittimo, “assolutamente contrario a disposizioni di legge e regolamenti vigenti in materia”. L’inchiesta, in corso da tempo, ha visto alcuni mesi fa da parte del gip la richiesta al pm di imputazione coatta nei confronti degli indagati, tra cui otto militari della Gdf. Il gip ha ora ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza a carico di Papa anche per questa accusa.