“Lo scopo della visita del Papa a Napoli sarà anche questo”, “sensibilizzare le coscienze di tutti e restituire la speranza e la dignità a una città che sta vivendo un momento di grande crisi”. Lo afferma il card. Crescenzio Sepe in un’intervista al Mattino. La colpa di questa crisi? “condividiamo le responsabilità. Voglio cominciare proprio da noi, dalla Chiesa, che non sempre ha fatto tutto quello che avrebbe dovuto e potuto. Poi ci sono i politici che spesso hanno chiuso un occhio dinanzi a situazioni rispetto alle quali avrebbero dovuto aprirli tutti e due. Infine, i cittadini”, che hanno la responsabilità “di impegnarsi poco per risvegliare le loro coscienze”. Ma sottolinea: “da cristiano dico sempre che dopo il buio torna la luce”. “Dobbiamo” continuare a credere che le cose cambieranno e la visita di Bergoglio avrà proprio questo scopo. La svolta adesso è necessaria”. “Napoli è una città complessa dove spesso prevale la logica del tirare a campare e noi cattolici non possiamo accettarlo”; le alternative? “Vanno create. È questo che le istituzioni devono fare”, iniziando dal “lavoro innanzitutto”. Poi, “occorre agire sulle famiglie, sui giovani, nella scuola”. Infine, si sofferma sulle possibili date della visita del papa: “sono quattro le giornate sulle quali stiamo lavorando”; “la quarta domenica di ottobre”, “in alternativa Bergoglio potrebbe scegliere la seconda domenica di novembre, il 9”. L’appuntamento, continua il cardinale, potrebbe anche slittare al 17 marzo e al 13 aprile. “E’ solo una questione di organizzazione – rassicura il card. Sepe – ma il Papa verrà”.

 

 

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