Il virus circola in corsia. Contagiati almeno una ventina tra medici e amministrativi dell’Azienda ospedaliera Moscati di Avellino. Tra loro anche due primari e diversi dipendenti della direzione medica di presidio. Una decina soltanto tra medici, infermieri e operatori sociosanitari. Colpito, più degli altri, il reparto di Ortopedia. Ed è psicosi da Covid-19 tra il personale della città ospedaliera. Nonostante ciò, la direzione strategica non ha disposto nessun screening straordinario né alcuna sanificazione degli ambienti frequentati dai dipendenti poi risultati positivi al tampone molecolare. Molti contatti diretti si sono sottoposti di spontanea volontà al test per verificare la positività o meno al nuovo coronavirus. Senza alcun apparente collegamento con gli eventi, la direzione strategica ha però comunicato, nella giornata di ieri, la sospensione fino all’8 gennaio delle visite ai pazienti ricoverati. «Il provvedimento sostengono da Contrada Amoretta si è reso necessario in considerazione del notevole aumento del numero di nuovi casi di Covid-19 nella regione Campania e nella provincia di Avellino. Il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Moscati Rosario Lanzetta quasi si giustifica per il provvedimento assunto: «Il divieto di accesso all’utenza esterna dice il manager è stato disposto per tutte le tutte le Unità operative, tenuto conto che la malattia da Sars-CoV-2 si sta per lo più manifestando senza o con lieve sintomatologia e che, pertanto, l’accesso in ospedale con la sola esibizione del green pass non garantisce la totale sicurezza ai pazienti ricoverati e anche agli operatori sanitari».
Da ieri, dunque, i familiari dei degenti potranno informarsi sullo stato di salute dei pazienti telefonando ai numeri e nelle fasce orarie indicati su un elenco pubblicato sulla home page del sito internet aziedale (raggiungibile al link: www.aornmoscati.it). Resta l’allarme tra i dipendenti. Sarebbe elevato anche il numero di no vax sia tra il personale sanitario sia tra quello amministrativo. Per questi ultimi, dal 15 dicembre scorso con l’entrata in vigore del decreto legge 172 del 2021 è scattato l’obbligo vaccinale (già in vigore per medici e paramedici).
Ieri ci sono state le prime sei sospensioni a carico proprio di impiegati non vaccinati. Per loro, stop anche allo stipendio fino a quando non si vaccineranno e comunque non oltre il termine fissato dal governo per lo stato di emergenza (prorogato al 31 marzo 2022). Il bilancio presto potrebbe aggravarsi con una serie di provvedimenti che potrebbero colpire prima i medici poi gli altri operatori sanitari. L’altra settimana, l’Ordine dei medici di Avellino ha reso noto che sono quasi 300 i medici e gli odontoiatri irpini che rischiano la sospensione dall’Ordine professionale perché non hanno ottemperato all’obbligo vaccinale anticovid. Si tratta di quasi il 10 per cento del totale degli iscritti (3mila 100 in tutto), tra loro ci sono medici di famiglia, camici bianchi in servizio presso gli ospedali e i presidi pubblici e quelli della cliniche private, odontoiatri e altri liberi professionisti. Molti di loro hanno effettuato prima e seconda dose ma non hanno provveduto a fare la terza entro i termini previsti (ovvero 5 mesi dal completamento del ciclo di immunizzazione primaria).
Tanti altri sono veri e propri no-vax non avendo effettuato nemmeno la prima dose. Il dato è stato comunicato al presidente dell’Ordine dei medici di Avellino Francesco Sellito dalla Sogei, la società di informatica controllata al 100% dal Ministero dell’economia e delle finanze, che ha incrociato i dati dell’anagrafe medica irpina con quelli della Piattaforma nazionale Digital Green Certificate. Dal confronto sono emersi i quasi 300 nominativi di medici che non avendo ottemperato all’obbligo vaccinale adesso rischiano la sospensione (per i dipendenti è previsto anche l’azzeramento dello stipendio). La stretta sugli operatori sanitari è arrivata lo scorso 15 dicembre con il nuovo decreto legge, il 172/2021, che ha inasprito quanto previsto dalla legge 76/2021 con la quale era stato introdotto l’obbligo. Da allora, l’obbligo è esteso alla terza dose per il personale sanitario a 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario.