Per l‘insegnamento di Diritto e Letteratura del corso in Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Sannio, tenuto dal prof. Felice Casucci, ordinario di Diritto privato comparato, nei prossimi giorni terranno lezioni la prof. Nadia Verdile (martedì 22 ottobre – ore 14-16) e il dott. Matteo De Longis (mercoledì 23 ottobre – ore 9-11). Sede degli incontri è il plesso didattico di via Calandra a Benevento.
La lezione della professoressa Verdile ha per titolo “Da Esiodo alla letteratura napoletana, le ingiurie alle donne come topos letterario” e tratterà il tema dell‘ingiuria alle donne, fenomeno giuridico e sociale, tra diritto e letteratura. Dir male delle donne è stata consuetudine antica. Dai Greci ai giorni nostri la letteratura è piena di personaggi femminili letti e raccontati in chiave misogina. Dir male di una donna è stato per millenni quasi scontato tanto che, per dirne bene, si usava il sostantivo virago o l’aggettivo virile. Nell’incontro del 22 ottobre sarà fatta una carrellata dei luoghi comuni più diffusi, dall’antichità ad oggi, in quella che è considerata la letteratura alta, passando anche per le letture popolari e i detti che, per il loro uso diffuso, sono gli elementi di costruzione e rafforzamento del pensiero misogino.
Nadia Verdile (Napoli, 1965) – Docente di Italiano e Storia nella scuola superiore, collabora con la Fondazione Valerio per la Storia delle Donne, con la Colorado State University per il progetto Female Biography Project, con l’Enciclopedia Treccani per il Dizionario Biografico degli Italiani e con la Società per l’Enciclopedia delle donne. Membro della Società Italiana delle Storiche e della Società Italiana Storia dell’Età Moderna, è giornalista pubblicista e lavora per «Il Mattino». Prima a leggere in chiave di genere lo Statuto di San Leucio, da anni si occupa di gender studies. Ultimi libri: Maria Luisa la duchessa infanta. Da Madrid a Lucca, una Borbone sullo scacchiere di Napoleone, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2013; Molise, radici e sapori, Lucca, Maria Pacini Fazzi Editore, 2012; Abbiamo perduto la bussola! Lettere da Capri di Ferdinando IV a Maria Carolina, Pisa, Il Campano, 2010; Utopia sociale, utopia economica. Le esperienza di San Leucio e New Lanark, Roma, Danape, 2009; Letteratura, sostantivo femminile. Scrittrici del XX secolo rapite dalle Storie della Letteratura italiana, Roma, Pedana, 2009; Un anno di lettere coniugali, Caserta, Spring Edizioni, 2008. Molti suoi saggi sono inseriti in riviste accademiche.
Premi
2007 – Premio Olmo – per il giornalismo
2011 – Premio Terza Napoli – La città che eccelle – per la ricerca storica sulle donne
La lezione del 23 ottobre di Matteo De Longis ha per titolo “L’ingiuria: la relatività del concetto di onore e decoro tra diritto e letteratura”. La fattispecie di cui all’art. 594 c.p. punisce chiunque offenda l’onore o il decoro di una persona presente. Tale rinvio mobile, e la necessaria ma non sempre agevole convivenza con il diritto di critica, rende questa norma incriminatrice una tra le più flessibili del codice sostanziale italiano, dovendosi adattare ai mutamenti sociali, culturali, politici. La ricostruzione storica del “penalmente rilevante” ai sensi del disposto di cui innanzi, di conseguenza, consente un excursus parallelo sull’evoluzione del comune sentire sociale, aprendo scorci per un’analisi anche di opere letterarie, contemporanee e non, ricolme di invettive.
Matteo De Longis
Laureato in Scienze Politiche (110) e Giurisprudenza (110 con lode), attualmente svolge il periodo di pratica professionale forense tra Benevento e Roma. Fondatore e vice-Direttore della Rivista “Diritti Umani in Italia” (ISSN 2240-2861), Direttore Esecutivo del Corso Robert Schuman organizzato annualmente a Strasburgo, è specializzato in Diritto della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, con particolare riferimento all’area processual-penalistica.