” Il destino degli Opg: tra libertà e internamento” è il titolo del convegno che si svolgerà giovedì 9 Aprile, dalle ore 9.00 alle ore 12.00, presso la Casa della Cultura V. Caianiello ( ex Macello). L’ evento ha visto la partecipazione di Giuseppe Nese, psichiatra e delegato responsabile della chiusura degli Opg in Campania , del consigliere regionale Gennaro Oliviero, del presidente della cooperativa ” Al di là dei sogni” Simmaco Perillo e dal presidente dell’associazione ” Diamo voce all’arte” Alfonso Letizia , del vicepresidente dell’ associazione “Verso sud” Nicola Stabile e dalla stessa presidente dell’associazioneSperanza Cardillo ,giurista e criminologa. A moderare il dibattito è stata la giornalista Filomena Diana, inviata speciale della rivista online Cartavetro.com , periodico d’informazione relativo alle professioni operanti nel circondario del tribunale di Napoli Nord, fondata dall’ associazione ” Verso sud”, del quale organo direttivo fa parte anche il Presidente di “Diamo voce all’arte” Alfonso Letizia. Le due associazioni, infatti, hanno da poco deciso di collaborare attivamente per la realizzazione di obiettivi in comune. Tra questi, sicuramente, la rivalutazione del territorio dell’agro aversano attraverso la riscoperta di tradizioni e valori antichi e la scoperta vere e proprie risorse del territorio. In particolare, l’associazione “Diamo voce all’arte ” ha avuto già il merito di scoprire numerosi talenti tra i giovani artisti del nostro agro. Nonostante, infatti, tale associazione sia nata da meno di due anni, molti sono stati già i risultati raggiunti dalla stessa, per merito del grande impegno profuso dal presidente Alfonso Letizia e dai suoi associati. “Abbiamo voluto questo incontro – psiegano- per discutere di un tema che, oltre ad essere di grande attualità, riguarda sicuramente tutti perché è di grande portata sociale, cioè la chiusura degli Opg. Prima di parlare di questo argomento é doveroso un salto indietro con la memoria per ricordare la riforma del sistema carcerario avvenuta con la 663/1986, meglio conosciuta come legge Gozzini. Tale riforma avveniva in un periodo in cui nuovi tipi di reati si affacciavano sulla scena sociale: reati di tipo terroristico, reati commessi da tossicodipendenti,etc..Erano quindi necessarie nuove misure alternative alla pena classica. La pena, quindi, perde il carattere dell’afflittività per assumere carattere rieducativo in rispetto dell’art. 27 della Cost. Rispetto ai soggetti che venivano internati che avevano commesso reati perché affetti da vizio di mente, la legge Gozzini abroga la pericolosità presunta, stabilita dal vecchio art. 204 c.p. e stabilisce la competenza del magistrato di sorveglianza relativamente all’accertamento della pericolosità sociale. In seguito, a partire dal 2003, alcune indagini attestano uno stato di degrado degli Opg e l’inadeguatezza delle cure per le quali era stato disposto l’internamento. Da qui il D.L. 211/2011 e la legge 9/ 2012 che disponevano la chiusura di questi ospedali in data 31 marzo 2013. Dopo diverse proroghe si è arrivati alla necessità di una nuova normativa e quindi il D.L. 81/2014 che stabilisce disposizioni urgenti in materia di superamento degli Opg e nella loro chiusura entro il 31 marzo 2015. Ora per i soggetti che fino ad ora erano ospitati in queste strutture si possono distinguere coloro che dovranno essere trasferiti nelle Rems e circa una percentuale da trasferire in strutture come le Cooperative Sociali, come quella di Maiano di Sessa Aurunca,” Al di là dei sogni”, nella quale gli ex internati sono dei veri e propri soci che svolgono attività lavorative, attività sportive e didattiche. Ospitano gruppi scout provenienti da ogni luogo. Attraverso queste attività e il contatto con persone provenienti dall’esterno c’è un vero recupero della dignità del soggetto. Per ognuno di loro è previsto un programma individuale di riabilitazione finanziato da budget di salute. Durante il loro percorso terapeutico essi sono motivati soprattutto dalla fiducia riposta in loro, che favorisce la loro autostima. Credo che in strutture di questo tipo sia applicato un principio che è alla base delle scienze criminalistiche, secondo il quale i soggetti che si sono macchiati di crimini debbano essere trattati con rispetto alla stregua di qualsiasi altro soggetto. Tale rispetto è ancora più dovuto nel caso in cui il reato sia stato commesso a causa di un vizio di mente. Secondo me un simile atteggiamento è il primo passo da compiere verso il superamento di qualsiasi pregiudizio. Tale superamento può diventare effettivo quando tale concezione entrerà a far parte delle coscienze di intere comunità”.
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