CAPODRISE. Libero dall’illusione ideologica della certezza e distante da una teologia che ha perso il gusto di porsi domande. Domenica (22 dicembre), la comunità di Capodrise festeggia uno dei suoi figli più cari, don Pasquale Lunato, giunto al quarantesimo anno di sacerdozio.

Quarant’anni alla ricerca della verità, nel desiderio di capire cosa si nasconda al di là di ciò che appare. Quarant’anni trascorsi nel tentativo di recuperare il primato della morale religiosa nella prassi della vita cristiana. Alle 18, don Pasquale celebrerà messa nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo, in via Francesco Giannini. Al suo fianco, il vescovo emerito di Caserta Raffaele Nogaro, pastore “scomodo”, inviso alla politica degli affari e all’aristocrazia della Chiesa, ma figura ancora amatissima tra i cristiani (e non) della provincia di Caserta e dell’Italia intera; strenuo difensore degli ultimi, dei diversi, dei perseguitati. Nato Capodrise 65 anni fa, Lunato è stato ordinato sacerdote nel 1973 nella diocesi di Caserta, da monsignor Vito Roberti. È stato parroco e docente di teologia a Recale e, dal 1987, è stato parroco a San Nicola La Strada, dove ha insegnato religione alla «Mazzini» di viale Italia fino al giorno del pensionamento. Ha studiato teologia morale presso la facoltà teologica «San Luigi» di Napoli. E, nel 1994, ha perfezionato il suo percorso, specializzandosi in bioetica presso la facoltà di medicina dell’Università «Cattolica» di Roma. Disciplina che ha insegnato all’Istituto di scienze religiose di Caserta. Oggi, è canonico penitenziere alla cattedrale di Caserta e uno scrittore appassionato. Nel suo ultimo saggio, «La dimensione morale dell’uomo religioso», pubblicato nel 2012, ha raccolto anni di riflessione sulla bellezza e sull’attualità dell’avvenimento cristiano, «in una fase storica – scrive – in cui ci si ritrova sempre più soli e smarriti dinanzi ai grandi temi che affliggono l’umanità»: l’eutanasia, l’aborto, il suicidio e il «post mortem».

 

 

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