Il Circolo casertano di Legambiente e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “S. Pietro” di Caserta hanno organizzato la presentazione del “Rapporto Cave 2014” di Legambiente Nazionale, che si terrà il 09 giugno 2014, alle ore 17:30, presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana. L’incontro sarà moderato da Gianfranco Tozza, Legambiente Caserta, e ospiterà gli interventi di Edoardo Zanchini, Vice-Presidente Nazionale Legambiente, Luigi Adinolfi, Avvocato, Giuseppe Messina, Agronomo, Sergio D’Alessio, Rappresentante Legale I.P.S. srl, Raffaele Cutillo, Studio OfCA. I saluti saranno affidati al sac.. Nicola Lombardi, Direttore ISSR “S.Pietro”. Il convegno avrà la formula della tavola rotonda, cui seguirà un dibattito con la cittadinanza, e sarà l’occasione per parlare di attività estrattiva in Italia; attività di difesa del paesaggio; necessità del recupero degli inerti; riuso delle cave e rinaturalizzazione delle cave dismesse e/o abbandonate; Piano Regionale delle Attività Estrattive della Campania (P.R.A.E. Campania); adeguamento dei canoni di concessione e tanto altro ancora. In Italia esistono più di 5..500 cave ancora attive e oltre 16.000 dismesse e/o abbandonate, di cui il 62% circa composte da estrazioni di sabbia e ghiaia, materiale necessario per le costruzioni. Nel 2012, sempre per sabbia e ghiaia, il totale delle concessioni pagato dall’industria delle cave alle Regioni italiane è arrivato a quota 34,5 milioni di euro a fronte di 1 miliardo di euro incassato. In pratica, chi cava rende al territorio appena il 3,5% del ricavato. Al bassissimo prezzo pagato per l’estrazione, è da aggiungere la datata legislazione nazionale in materia che risale ad un Regio Decreto del 1927, quasi 90 anni fa. È inoltre da segnalare che le poche Regioni che hanno adottato una propria regolamentazione lo hanno fatto spesso rappresentando le richieste dei cavatori o ancor più spesso fissando pochissimi limiti alle attività estrattive, il che ha lasciato soli e deboli i comuni nell’autorizzare nuove cave o nel riuscire a controllare il proprio territorio. Questa tendenza sta ormai cambiando rotta, anche perché il cittadino si è reso più consapevole e sensibile alla tutela della salute, alla tutela del paesaggio e al riutilizzo dei materiali “di scarto”. Tre componenti che potrebbero incidere positivamente nel settore dell’estrazione, promuovendo una “politica industriale” più attenta a ridurre il prelievo dei materiali e ad investire nel recupero dei rifiuti di questa attività.


 

 

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