“Un manuale d’amore per portare in giro una testimonianza di come dovrebbe essere il calcio. Anche l’associazione è come il libro. Deve essere un beneficio per i ragazzi, per i bambini. Perché per loro lo sport dovrebbe essere spensieratezza, allegria”. E’ Antonella Leardi a parlare. Lei è la mamma di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto in seguito agli scontri avvenuti a Roma il 3 maggio del 2014, prima della partita di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina. Ciro morì dopo 52 giorni di lunga agonia. Mamma Antonella è stata ospite del Salotto delle Culture che in collaborazione con Graus Editore ha organizzato la presentazione del libro “Ciro Vive” scritto insieme alla giornalista Rai di Porta a Porta Vittoriana Abate. L’evento si è tenuto nella Sala degli Specchi dell’Ente Provinciale per il Turismo di Caserta a Palazzo Reale. Dopo i saluti del Commissario dell’Ept Lucia Ranucci e il commissario prefettizio al Comune di Caserta Maria Grazia Nicolò, gli interventi di Elpidio Iorio direttore Generale della rassegna Pulcinellamente, Rossella Calabritto referente Libera Città di Caserta, Giuseppe Frondella dell’ufficio stampa Casertana Calcio. La lettura di qualche passo del libro è stata curata dal Laboratorio La Mansarda Teatro dell’Orco. All’incontro era presente anche una rappresentanza dell’Hermes Casagiove con il dirigente Salvatore Saldamarco, del club Napoli Maddaloni con il presidente Rodolfo Crisci, Giuseppe Corbo e Antonio Brunetti, della scuola Calcio Boys San Nicola con il presidente Giovanni Desiato. In sala anche i giornalisti Enzo Di Nuzzo di Radio Caserta Nuova, Pasquino Corbelli, Laura Ferrante e Franco Tontoli. In questo libro Antonella Leardi, racconta i giorni della speranza e del dolore, la storia di Ciro dall’infanzia al tragico incidente a Roma. Ciro Vive, è il titolo scelto per rendere omaggio all’Associazione fondata dalla mamma del giovane tifoso subito dopo la morte del figlio, con l’intento e il desiderio di voler trasmettere un meraviglioso messaggio di amore e di pace, soprattutto ai più giovani. “Ciò che è accaduto a Ciro, non deve più accadere a nessuno. Il mio intento – ha sottolineato Antonella – è quello di diffondere un messaggio di sport sano, di legalità e di non violenza. Da qui l’intenzione di sostenere progetti di solidarietà che possano coinvolgere le scuole, le famiglie, i minori disagiati. Progetti che riguarderanno attività sportive, ludico ricreative e aggregative in generale”.