PIEDIMONTE MATESE – Una bella (e buona)  pratica innestata  in terra matesina nata dall’incontro di architettura ed agricoltura. Si tratta di un orto didattico  realizzato dallaclasse  quinta del plesso scolastico di “Madonna del Pozzo” Un esempio concreto di quel dover “prendersi cura degli spazi”  che potrà essere  moltiplicato in altri contesti . L’iniziativa è stata realizzata  nell’ambito del progetto “Cultivar in- formazione in facoltà” che punta a valorizzare  delle “filiere virtuose” tra facoltà  universitarie, aziende ed agenzie scolastiche come ha spiegato una delle referenti scientifiche, la docente SabrinaMartusciello,  intervenute alla cerimonia di inaugurazione-benedizione dell’orto ricavato in una striscia di terreno all’interno del perimetro della scuola che fa parte del primo circolo didattico “Falcone”. Referenti le insegnanti Pina Peligno ed Annalisa  Nava.

Un binomio fecondo, quello tra architettura ed agricoltura, reso possibile dall’impegno e dalla bravura di tre giovani neo-laureate, dalla dedizione delle insegnanti coinvolte  e soprattutto dall’entusiasmo e dalla voglia di fare-apprendere dei giovanissimi studenti che nel corso dello svolgimento dell’iniziativa didattica hanno spaziato su altri campi come l’ecologia,  l’alimentazione , la creatività artistica. Un cammino  didattico che si è incrociato anche con la saggezza ed il “saper fare” dei nonni di alcuni ragazzi con il loro portato di memoria contadina : durante una giornata durante il “TG-orto” hanno illustrato i tempi e le modalità delle coltivazioni e delle semine. Ad introdurre l’incontro la dirigente del primo circolo didattico  Maria Elisabetta Ricciarelli che si è complimentata con il team  che ha curato il percorso di approfondimento tematico.  Tra i partner anche la regione Campania tramite  l’ufficio foreste ed agricoltura  che per  bocca del dirigente Massimo Preti ha messo in evidenza l’importanza dell’ambiente e del paesaggio richiamando l’articolo 9 della Costituzione e, avvalendosi di messaggi ed immagini proiettati al pubblico, ha raccontato la storia del bruco nella mela : un monito, in positivo, per diventare farfalle in ciò che si trasforma. Di efficacia colloquiale è stato l’intervento di Martusciello  stimolando di domande  gli allievi per far emergere  cosa hanno provato e sperimentato durante  l’esperienza didattica. Ne sono venute indicazioni interessanti :  collaborazione, rispetto della natura, condivisione, pazienza, laboriosità, amore per la terra  sono stati questi gli  elementi   conosciuti dagli studenti ed in particolare della quinta classe  protagonista della “riconversione” del lembo di terra trasformato in  orto.   Un “progetto-pilota”( parole della Martusciello per sottolinearne il carattere innovativo) che ha entusiasmato il gruppo di giovani laureate(laboratorio di composizione architettonica) della SUN  impegnate sul campo : ” è il più bel seme che abbiamo gettato- ha detto  Felicia D’Onofrio che insieme a   Carmen De Rosa ed AntonellaRaucci- ha portato a compimento il progetto. Contente soprattutto per il contatto quotidiano con i ragazzi, per le emozioni vissute e per la prima esperienza didattica reale condivisa rispetto ad attività burocratiche o ripetitive fatte in altri campi della vita universitaria . Si sono conquistate la fiducia  dei giovanissimi”contadini” e degli allievi del plesso scolastico  come  traspariva dai momenti informali che hanno scanditolìintensa mattinata ( tra il pubblico numerose mamme ed  anche un nonno che ha preso parte  al laboratorio multidisciplinare ). Sia il vicesindaco ed assessore alla pubblica istruzione , Costantino Leuci che il presidente della comunità montana si sono complimentati per l’iniziativa messa in atto con tanta vitalità mentre il parroco di AGP, Don Emilio Salvatore ha richiamato  la parabola del granello  di senape( i ragazzi hanno compiuto una ricerca sui semi esposta nel locale  della scuola ) raccontata nei vangeli come metafora della “ conversione” e quindi della crescita dei valori positivi nella società :” l’orto, in questo senso  siete voi.

 

La parabola in questione è una delle testimonianze del rispetto che dobbiamo avere per questa nostra Terra, che già è bella di suo”.   A monte del progetto fu sottoscritto un protocollo d’intesa tra seconda  università di Napoli, primo circolo didattico e l’azienda “Alta mangiuria” di Michele Mastrangelo specializzato nella produzione ed affinatura di formaggi nell’area del parco regionale. Hanno dato il loro contributo anche il corpo forestale dello stato , il vivaio “Filippelli” di Alife. “Il progetto CULTIVARE INFORMAZIONI- dichiara Martusciello che insieme a  Maria Dolores Morelli  è stata coordinatrice scientifica dell’iniziativa – ha l’obiettivo di coltivare cultura attraverso laboratori didattici rivolti alle scuole di ogni ordine e grado. Il nostro intento è quello di strutturare una rete di persone che intreccia Università, Scuole e Aziende lavorando su tre concetti fondamentali: Architettura, Agricoltura e Alimentazione. Per quanto concerne la piattaforma dell’alimentazione prendiamo spunto dalle direttive del Miur 2011, “Linee guida per l’alimentazione italiana”, in vista del dato sconcertante che registra in Campania il più alto numero di obesi. In virtù di questo il nostro intento è valorizzare la dieta mediterranea e portare l’attenzione sulle scuole come scenario privilegiato per parlare di ambiente proponendo di colmare i vuoti urbani”. Un’esperienza da allargare e seminare in altri spazi, scolastici e no.

Michele Martuscelli

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