SANTA MARIA CAPUA VETERE – Non c’è due senza tre. Così, dopo “Non avevo capito niente” e “Mia suocera beve”, con “Sono contrario alle emozioni” (ed. Einaudi) Diego De Silva continua la fortunata saga dell’avvocato Vincenzo Malinconico, personaggio che lo ha consacrato scrittore di successo. Un romanzo vorticoso, fatto di pezzi brevi, comici, filosofici, sempre folgoranti, dove la scrittura si palesa al lettore in una delle sue versioni più artigianali: quella di strumento per capire come la pensiamo sulle cose.
Diego De Silva è ospite della Libreria Spartaco Interno4 di via Martucci a Santa Maria Capua Vetere venerdì 23 marzo 2012 alle ore 18.00, nell’ambito del ciclo di incontri “Scrittori in carta e ossa. Una sera con…”. Vivacizzeranno il dibattito gli studenti della III E capitanata dalla prof. Renata D’Angelo.
Il libro
Quando Malinconico fa l’avvocato di se stesso si difende come può, ubriacandosi di domande e avvalendosi della facoltà di non rispondere. Perché mentre ascoltiamo le nostre canzoni preferite ci assalgono vampe gratuite d’autostima, il desiderio improvviso di prenderci un cane o una nostalgia divorante delle polpette della nonna? E come fa Sharon Stone a disegnare nell’aria, semplicemente muovendosi, delle curve più belle delle sue? La verità è che Malinconico ha un problema e non dice quale. Soprattutto non lo dice al suo psicoterapeuta, che si trova davanti un pessimo paziente: bugiardo, logorroico, reticente, provocatore sino allo sfinimento. Che fa e disfa da solo la sua terapia digressiva. Non sappiamo se le sue acute stupidaggini siano soltanto un campionario di alibi, ma il bello è che, ridendo, pagina dopo pagina siamo d’accordo con lui. Bisogna immaginarselo, Vincenzo Malinconico che va dallo psicoterapeuta e non è capace di fare il paziente. Bisogna immaginarselo fuori dallo studio, per strada, o a casa, mentre vive la sua vita e si fa le domande più eccentriche e peregrine, e trova le risposte più folli e più logiche. Tagliarsi la lingua leccando una busta è o meno un infortunio che la racconta più lunga di quel che sembra? Ci siamo interrogati abbastanza sulla portata avanguardistica di Raffaella Carrà? Perché guardare una palma mozzata sul lungomare può falsificare in un attimo il bilancio di un’esistenza intera? È una gioia stargli dietro, seguire la sua testa tortuosa e cristallina mentre formula teoremi, aforismi e vanvere, variazioni sul tema dell’amore, dell’emotività e dei sentimenti; improvvisi interrogativi su parole che a un tratto perdono di senso; recensioni estemporanee di vecchie canzoni, di strani film, di eventi e persone; appunti sulla vita che assomigliano agli spilli di un entomologo instancabile. Nei suoi tentativi di analisi fai-da-te per ricomporre il senso di una storia finita, Vincenzo nasconde se stesso e il suo problema, per dirci molto di più.
L’autore
Diego De Silva è nato a Napoli nel 1964. Presso Einaudi ha pubblicato il romanzo Certi bambini (2001), premio selezione Campiello, da cui è stato tratto il film omonimo diretto dai fratelli Frazzi. Sempre presso Einaudi sono usciti i romanzi La donna di scorta (2001), Voglio guardare (2002 e 2008), Da un’altra carne (2004 e 2009), Non avevo capito niente (2007 e 2010, Premio Napoli, finalista al premio Strega), Mia suocera beve (2010),Sono contrario alle emozioni (2011) e la pièce Casa chiusa, pubblicata con i testi teatrali di Valeria Parrella e Antonio Pascale nel volume Tre terzi. Suoi racconti sono apparsi nelle antologie Disertori, Crimini e Crimini italiani (2000, 2005 e 2008). I suoi libri sono tradotti in Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Portogallo e Grecia.