CASERTA – “Un progetto con uno sportello d’ascolto nell’ex Caserma Sacchi ma che apre da subito le sue iniziative sulle dipendenza da sostanze, gioco d’azzardo e internet addiction alle scuole e alle strade, per raggiungere il disagio giovanile nei luoghi di aggregazione”. Lo ha detto il sindaco Pio Del Gaudio presentando, nell’ex Caserma Sacchi, il progetto La Zattera, realizzato dall’associazione Leo onlus in partenariato con il Comune di Caserta e con l’Ambito C7.

“Sarà un intervento concreto ed efficace – ha aggiunto il sindaco – come nello stile di una meritoria associazione che realizza il “sociale” direttamente a contatto con le esigenze delle persone. E’ di questo welfare che abbiamo bisogno, senza sovrastrutture e con i modelli del passato che ci rivelano tutto il loro fallimento, in aderenza ai bisogni dei cittadini. Un’iniziativa che conferma l’eccellenza dell’associazione Leo”. “Il nostro territorio – dichiara Emiliano Casale, assessore alle Politiche Sociali – evidenzia sempre più un’incidenza di dipendenze di vario genere. Il progetto la Zattera configura una triplice azione: ascolto e informazione con lo sportello nell’ex Caserma Sacchi, il monitoraggio sul territorio degli stili di consumo dei giovani, gli interventi in strada per agganciare i giovani nei luoghi di aggregazione”. “Continuiamo, in stretta collaborazione con il Comune capoluogo, la nostra attività ultraventennale con una nuova iniziativa per leggere e affrontare le nuove forme del disagio giovanile. Metteremo in campo l’ascolto attivo dei loro problemi per realizzare gli interventi necessari a sviluppare la prevenzione sistematica delle dipendenze. oltre agli interventi esterni nei luoghi di aggregazione dei giovani durante il weekend, abbiamo già attivato uno Sportello che resterà aperto il lunedì e il mercoledì dalle ore 9.00 alle ore 11.00 e il giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Giorni e orari utili innanzitutto ad ascoltare e incontrare i familiari delle persone colpite dalle dipendenze”. “Il nostro intervento – ha detto la psicologa Domenica Marotta – sarà ad ampio raggio: non solo giovani a rischio ma dipendenti patologici, consumatori saltuari, famiglie di soggetti portatori di disagio. Affronteremo tutte le questioni con un team composto da psicologi, sociologi, operatori di comunità”.

 

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