CASAL DI PRINCIPE – Cortile pienissimo quello della villa confiscata a Egidio Coppola, oggi assegnato all’Asl per un progetto finalizzato al recupero di minori a rischio, presso la quale nel pomeriggio di ieri si è celebrato il “Don Diana day”. Evento, inserito tra le tappe del Festival dell’Impegno Civile 2013, organizzato per festeggiare i 55 anni che proprio oggi avrebbe compiuto il parroco casalese, simbolo della lotta alla camorra, assassinato nella sagrestia della parrocchia di San Nicola a Casal di Principe la mattina del 19 marzo del 1994.
Dopo i saluti di rito alla platea, formata per lo più da rappresentanti di Carabinieri, Forestale, Polizia e i tanti giovani dei campi di volontariato, delle associazioni e degli scout che da sempre rappresentano il fiore all’occhiello del Festival, si è passati alla presentazione della fiction su Don Peppe Diana che andrà in onda sulla Rai nella prossima stagione televisiva. A descrivere il progetto il produttore Giannandrea Pecorelli e il regista Antonio Frazzi, orfani per l’occasione dell’interprete Alessandro Preziosi la cui assenza, giustificata per impegni concomitanti, ha suscitato qualche mugugno.
Ma più dell’assenza dell’attore che impersonerà Don Diana, in uno sceneggiato che vuole ribaltare la linea che fino ad oggi hanno segnato produzioni come “Il capo dei capi” piuttosto che “Il clan dei camorristi” volani di non poche critiche da parte di quanti quotidianamente lavorano duramente per costruire e soprattutto diffondere una cultura alternativa a quella camorristica, lo scontento è stato quello evidenziato da Don Franco Picone, parroco nella parrocchia che fu di Don Peppe Diana, per l’assenza della gente comune, di semplici cittadini casalesi ai quali è rivolto il messaggio della giornata di prendere Don Diana come modello di vita. Parole, quelle di Don Franco alle quali hanno fatto eco, nel silenzio di fondo platea, quelle che hanno invitato la Chiesa ad impegnarsi di più nelle battaglie che le associazioni del territorio conducono quotidianamente.
Impegno congiunto quindi a cui fa appello nel suo intervento Sergio Tanzarella, docente della Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, che ha esortato a tenere alta la guardia nei confronti di un contesto politico ritenuto molto simile a quello del periodo in cui Don Peppe Diana fu ucciso, con una crisi che se non opportunamente fronteggiata potrebbe riaprire le porte al potere dei clan. La manifestazione si è chiusa con la consegna del “Premio Nazionale Don Peppe Diana” a Don Maurizio Patriciello, parroco della chiesa di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano, figura simbolo della lotta ai roghi tossici, e a Donato Ceglie, magistrato titolare delle inchieste che hanno dato il via a lunghi anni di battaglie giudiziarie su tema dell’inquinamento ambientale.
Menzioni speciali nell’ambito del Premio Don Diana a Tommaso Cestrone, il cosiddetto “Angelo di Carditello” che col suo impegno volontario ha fatto della difesa del Real Sito Borbonico una vera e propria ragione di vita, a Salvatore Cantone, protagonista dell’impegno antiracket a Pomigliano d’Arco, a Marialuisa Corso, professoressa all’I.T.C. “G. Carli” di Casal di Principe e a Maria Antonia Positano del Liceo Artistico dell’Istituto Scolastico Suor Orsola Benincasa di Napoli” autrice del tazebao esposto nel corso dell’evento.
Vincenzo Viglione