CASAL DI PRINCIPE – Si sono ritrovati proprio di fronte a uno dei luoghi in cui nel passato è stata scritta la pagina “sportiva” dello strapotere criminale in terra casalese. Laddove gli stessi clan che negli anni ’90 conquistavano il consenso popolare accompagnando a suon di denaro riciclato la squadra di calcio locale fino a mettere piede nel campionato professionistico di serie C, parallelamente interravano tonnellate su tonnellate di rifiuti tossici compromettendo irrimediabilmente le sorti dell’intera popolazione, non solo casalese e dell’agro aversano, ma dell’intera Campania.
Una pratica abominevole raccontata proprio di recente nell’intervista rilasciata dall’ex boss della camorra Carmine Schiavone, e che ha spinto associazioni, comitati e semplici cittadini, a darsi appuntamento nella mattinata di domenica presso lo stadio comunale di Casal di Principe per avviare una mobilitazione finalizzata ad accertare una volta per tutte le responsabilità di politici, affaristi e criminali che negli anni hanno consentito il realizzarsi di un eccidio, secondo le cifre fornite da Schiavone, di dimensioni paragonabili all’olocausto ebraico della seconda guerra mondiale.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno preso parte i rappresentanti di importanti sigle impegnate nella dura battaglia per il riscatto dei territori avvelenati delle province di Napoli e Caserta, come Legambiente, Libera, NCO e WWF, è stata diffusa l’idea di produrre un documento congiunto attraverso il quale chiedere innanzitutto che vanga fatta luce su questa triste vicenda di cui, stando anche alle rivelazioni di Schiavone, molti sapevano ma pochi, pochissimi, hanno avuto il coraggio di reagire, e inoltre di spingere verso un serio piano di bonifiche ambientali che potrebbe essere avviato utilizzando i fondi confiscati ai clan.
Pur in assenza di una larga partecipazione, gli attivisti e i cittadini presenti che hanno animato la manifestazione hanno ribadito con forza la necessità di mettere nero su bianco le responsabilità di coloro che, a qualsiasi livello, per troppi anni hanno girato la testa dall’altra parte di fronte allo scempio, e che in alcuni casi oggi cercano di ricostruirsi un’immagine confondendosi nella lotta per la rinascita, e chiamando in causa soprattutto quelle istituzioni che, all’indomani delle dichiarazioni di Carmine Schiavone, invece di mettersi immediatamente in moto per accertarne la veridicità, ancora in queste ore continuano inspiegabilmente a sonnecchiare.
Vincenzo Viglione