Domenica prossima, 17 aprile, sarà una giornata destinata a rimanere tra i ricordi più belli della vita comunitaria di Sant’Arpino. E’, infatti, prevista una solenne manifestazione per celebrare l’abate Vincenzo de Muro, tra i più autorevoli storiografi di Atella, nel giorno in cui ricorre il 259° anniversario della sua nascita. Il programma, allestito dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino, prevede la presentazione del libro “Ricerche storiche e critiche sulla origine, le vicende e la rovina di Atella antica Città della Campania”, ristampa della prima edizione del 1840, che si terrà alle 10.30 nella sala convegni di Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”. La presentazione sarà preceduta da un corteo, capeggiato da autorità civili, militari e religiose, accompagnato da una banda musicale, che si recherà presso il palazzo natìo dell’abate Vincenzo de Muro (situato nell’omonima via de Muro) per depositare una corona di alloro ai piedi della lapide celebrativa del genio e della grandezza culturale dell’illustre santarpinese. De Muro nacque nel 1757 e giovanissimo entrò nel seminario di Aversa dove, a vent’anni, venne nominato professore di Lettere. Trasferitosi a Napoli fu «cattedratico di eloquenza, e direttore de’ studj nella Reale Accademia Militare della Nunziatella». Spinto dai suoi ideali illuministici, aderì alla Repubblica Napoletana del 1799 e inviò al governo provvisorio un Piano di amministrazione e di distribuzione dei Beni ecclesiastici per rigenerare il clero. La caduta della Repubblica fece svanire il sogno di attuare il Piano e il de Muro per sfuggire alla reazione borbonica, si rifugiò a Sant’Arpino. Con l’avvento dei Napoleonidi ritornò a Napoli dove nel 1808, insieme a V. Cuoco, rifondò l’Accademia Pontaniana divenendone Segretario Generale Perpetuo. Morì a Napoli nel 1811. Il fratello, l’avvocato Domenico, nel 1840 pubblicò un suo libro inedito: “Ricerche storiche e critiche sulla origine, le vicende e la rovina di Atella antica Città della Campania”. La Pro Loco, con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino, ha curato la ristampa di quest’opera molto apprezzata dagli studiosi delle vicende storico – culturali di Atella. Il programma della cerimonia di presentazione – coordinata dal giornalista Elpidio Iorio ed introdotta dal Presidente della Pro Loco Aldo Pezzella -prevede i saluti di Aldo Zullo, Sindaco ff Comune di Sant’Arpino, e Salvatore Brasiello, Assessore alla Cultura, dei parroci don Umberto D’Alia e don Michele Manfuso. Sono, inoltre, previsti gli interventi di: Giuseppe Dell’Aversana, Presidente onorario Pro Loco S.Arpino, Antonio V. Nazzaro, Professore Emerito nell’Università di Napoli Federico II, Socio Accademia Nazionale dei Lincei, Direttore Responsabile Atti Accademia Pontaniana, Valentino Scotillo, Colonnello Comandante della Scuola Militare Nunziatella. L’abate de Muro, fu tra gli intellettuali più illuminati del suo tempo, tra i migliori che la cultura meridionale potesse esprimere in quell’epoca. «Le sue opere date alla luce mentre vivea sono state applaudite in tutta l’Italia, ed oltramonti ancora». “Ricerche storiche e critiche sulla origine, le vicende e la rovina di Atella antica Città della Campania” è una preziosa testimonianze di amore per la sua terra, un riferimento per studiosi di fama mondiale che lo hanno citato nelle loro maestose opere. Il testo si snoda lungo un arco temporale di oltre quindici secoli: dalla vetustissima fondazione di Atella al suo graduale crepuscolo. Contiene una vastissima raccolta di studiosi di antichità che si sono interessati di Atella dei quali de Muro illustra tesi ed antitesi confutando puntualmente visioni da lui ritenute infondate e per certi versi fuorvianti. La linearità dello stile, elegante ed immediato; l’intelligente dialettica tra dato storico-scientifico e cornice “romantica” del “viaggio” nell’antichità atellana dall’incanto intramontabile; i frequenti raffronti con e tra gli altri studiosi di Atella, caratterizzano l’impianto dell’opera. L’Autore diventa guida colta e preziosa in quest’avventurosa e appassionante passeggiata nella gloriosa Atella. A più riprese si avverte la sensazione di camminare ancora lungo le vie della città e di avere a portata di sguardo la magnificenza di una civiltà mai scomparsa nei cuori dei suoi posteri.

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