“Ritengo che non poteva esserci sede più giusta di un’istituzione scolastica, per celebrare la giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. E’ infatti da voi giovani che dobbiamo partire per poter dare una svolta decisiva ad un processo di cambiamento, che appena qualche anno fa sembrava un’utopia, oggi questo cambiamento è in atto”. Ha esordito in questi termini il sindaco di Casapesenna, Marcello De Rosa, che questa mattina ha portato la sua testimonianza all’Istituto Tecnico commerciale di Brienza, nel corso della celebrazione della giornata in ricordo delle vittime delle mafie. “E’ con immenso piacere che ho accolto l’invito dell’assessore alla cultura, per poter portare la mia testimonianza qui a Brienza, e poter condividere le mie riflessioni con tanti giovani- ha proseguito De Rosa- che rappresentano il nostro futuro. Parlavo di un processo di cambiamento- ha spiegato il sindaco- infatti non si tratta di una rivoluzione, perché come ci insegna la storia le rivoluzioni spesso portano solo a cambi di testimone nella gestione del potere, credo che il cambiamento di cui parlavo sia il frutto di una consapevolezza che lentamente, ma proficuamente si è radicata nella coscienza civica di molti cittadini. La verità illumina la giustizia, è il suggestivo titolo di questo incontro, un titolo che mette in evidenza un aspetto fondamentale: senza le necessarie verità non potrà mai esserci giustizia. Ma chi sono i depositari delle verità? Siamo tutti noi, che attraverso le nostre testimonianze, e dove è necessario attraverso le necessarie denunce, facciamo luce. Un’altra condizione necessaria per poter essere testimoni di verità è quella di sentirsi liberi. Però sappiamo anche molto bene che per anni la criminalità ha trovato il suo maggior nutrimento dalla certezza che la paura, seppur legittima, della gente costituisse una solida barricata al silenzio. Ricordate cosa affermava Paolo Borsellino? “ Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Per non avere paura è necessario, però, che ci siano dei supporti concreti, sinergie tra istituzioni, associazioni e cittadini, perché la paura si può combattere solo attraverso la certezza di non essere soli. Chi è minacciato, chi è costretto a piegare la schiena di fronte a minacce e a prevaricazioni, spesso perde la propria dignità umana. Ed è su questo punto che vorrei portarvi la mia testimonianza di vita, quella concreta che mi ha portato a non “piegare la schiena” e a lottare ogni giorno prima da cittadino, ora da sindaco, affinché nessuno fosse più costretto a perdere la dignità“. Moltissime le domande partite dalla platea estremamente interessata dall’ esperienza diretta di sindaco anticamorra. “Non mi sento un sindaco anticamorra- ha concluso- né vorrei cavalcare l’ onda di questa, seppur lusinghiera, affermazione. Sono innanzitutto un cittadino che ama profondamente la terra dove è nato e dove vive, e quando si ama qualcosa si desidera il meglio in assoluto. Per farlo occorre tanto impegno e sacrificio, i risultati però ti ripagano”.

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