MARCIANISE – Dopo gli oltre due mesi di appuntamenti che hanno animato le piazze delle città di Napoli e Caserta, e di oltre cinquanta comuni delle province napoletana a casertana, per il Coordinamento comitati fuochi la serata di martedì è stata l’occasione per fare un po’ di conto.
I rappresentanti delle numerose associazioni e comitati che a fine luglio hanno dato vita al mega sodalizio anti roghi, infatti, si sono dati appuntamento a Marcianise presso il convento di San Francesco, per la consegna delle firme raccolte nel corso di lunghe settimane che, in barba anche al clima torrido di questa estate, hanno visto l’impegno di centinaia tra attivisti, volontari e semplici cittadini nel dare man forte alla ricerca di uno strumento di contrasto forte contro il drammatico fenomeno dei roghi tossici, e che sono stati capaci di mettere insieme qualcosa come oltre 30 mila firme, sfondando in maniera dirompente la quota 10 mila stimata all’inizio della mobilitazione.
Firme che rappresentano un segnale chiaro e inequivocabile di sostegno alla denuncia del presidente della Regione Campania, delle Province di Napoli e Caserta, e delle amministrazioni comunali di oltre quaranta comuni coinvolti nel fenomeno roghi, che proprio nei prossimi giorni verrà depositata presso le procure di Napoli, di Santa Maria Capua Vetere e di Nola, e che sancisce il profondo malessere che attanaglia i cittadini di un territorio messo letteralmente in ginocchio da decenni di emergenze sanitarie-ambientali i quali, proprio in questi giorni hanno rivelato l’ennesimo terrificante dato sull’incremento di patologie tumorali che, ironia della sorte, nell’ultimo anno sarebbe di circa 30 mila nuovi casi.
Una coincidenza quella tra firme e tumori che ha a dir poco dell’inquietante. Una sovrapposizione da brivido che assomiglia quasi a un grido di dolore levato dalle persone ammalate che chiedono disperatamente aiuto per loro stesse, per i loro familiari e per l’intera popolazione che con esse convive nello spettro dei roghi e del costante avvelenamento che compromette giorno dopo giorno il nostro ecosistema.
Avvelenamento che oggi più che mai, come emerso dal dibattito della serata, richiede interventi rapidi ed incisivi volti per allo smantellamento del sommerso, autentico brodo di coltura per lo smaltimento illegale di quegli scarti di lavorazione del tessile e del pellame, sistematicamente sversati in discariche abusive per essere poi dati alle fiamme. Interventi mirati a sollecitare le amministrazioni che in queste settimane si sono impegnate nell’istituire conferenze di comuni attraverso le quali mettere a sistema risorse e soluzioni contro un problema difficilmente affrontabile in maniera isolata. Impegno nel seguire il percorso delle denunce e degli esposti che seguiranno e accresceranno quella presentata nei prossimi giorni dal coordinamento.
Una serie di impegni, come urlato a gran voce da tutti i rappresentanti del coordinamento, che devono far capire e farci capire che il traguardo raggiunto con la raccolta firme non è per niente un punto di arrivo, ma è solo il punto di partenza delle nuove battaglie che saranno portate avanti in futuro.
Vincenzo Viglione