Non solo due virus. L’Italia che si avvicina al Natale deve affrontare una serie di malattie abbastanza simili tra loro, tanto che possono essere confuse. L’influenza sta colpendo duramente, poi c’è il Covid ma anche il virus sinciziale, i virus para influenzali e il rinovirus. Dopo due anni nei quali non si è vista – grazie a mascherine e distanziamento necessari per il Covid, e anche a una debolezza del virus stagionale – l’influenza è tornata. L’australiana aveva già dimostrato nel Paese dove si è presentata per prima di essere piuttosto pesante e gli esperti avevano previsto un autunno-inverno difficile. Si è presentata in anticipo rispetto al previsto, cioè a cavallo tra dicembre e gennaio, quando era ancora in corso la campagna vaccinale degli anziani e dei fragili: il vaccino resta comunque lo strumento più efficace. Per affrontarla ci vuole molta pazienza, visto che la febbre può durare alcuni giorni. La cura, se non ci sono complicanze respiratorie importanti, è sui sintomi e quindi è necessario abbassare la temperatura con il paracetamolo o altri antipiretici. Ma da quando si è presentata, soprattutto tra bambini e giovani, l’australiana ha comunque fatto finire tante persone al pronto soccorso, talvolta per eccessiva preoccupazione. Ma gli ospedali hanno anche riempito i letti di degenza, a dimostrazione che ci sono stati anche casi più gravi. Gli effetti sono certamente molto meno pesante rispetto ai periodi più difficili, ma il coronavirus circola ancora.
Sicuramente, tra l’altro, c’è un’importante sottostima dei numeri perché sono sempre meno numerose le persone che si fanno il tampone in farmacia o alla Asl o, al limite, solo a casa. Tra l’altro, la Camera dei deputati ha già votato di togliere l’obbligo di test negativo per concludere l’isolamento dei positivi. Si attende il voto in Senato del Decreto Rave e una successiva circolare del ministro alla Salute Orazio Schillaci per conoscere eventuali eccezioni alla regola (ad esempio per quanto riguarda il personale sanitario). Il Covid comunque, nella stragrande maggioranza delle persone, grazie a vaccini, immunità da malattia e una maggiore debolezza del virus che quasi sempre si ferma nelle alte vie respiratorie, provoca una malattia non pesante. Dà mal di gola e raffreddore, spesso non provoca nemmeno la febbre. Per affrontarla, suggeriscono i medici, bisogna prendere anti infiammatori come l’ibuprofene (che non serve contro l’influenza) e, se necessario, anti piretici. Per i super fragili ci sono gli anti virali specifici per il coronavirus, che comunque non vengono molto utilizzati. Il virus respiratorio sinciziale, sul quale di recente hanno messo in guardia anche le autorità sanitarie europee, può essere pericoloso per i bambini molto piccoli, perché provoca broncheoliti, patologie respiratorie che possono portare in ospedale. Negli ospedali pediatrici italiani ci sono molti ricoverati per questa patologia. Nei più grandi si presenta, invece, come un virus respiratorio non particolarmente violento, quindi va affrontato come un’influenza. Spesso chi si ammala pensa di avere l’influenza, quando in realtà a colpirlo sono virus para influenzali, spesso meno violenti della malattia stagionale. Si tratta di virus che si presentano tutti gli anni e sono legati al periodo di temperature più basse. Anche in questo caso, i rischi sono per chi ha problemi di salute o per chi è fragile per l’età. Magari provocano febbre per uno o al massimo due giorni (e per questo si affrontano con il paracetamolo). Anche il rinovirus dà sintomi simili alle forme leggere di Covid, con mal di gola, mal di testa e dolori diffusi, oltre a raffreddore.