L’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro è scattato ieri. La misura del governo per evitare una recrudescenza della pandemia ha avuto, nella prima giornata, esiti in linea con le previsioni. La certificazione verde, che gli Over 50 ottengono solo con la vaccinazione o con la guarigione dal Covid, non ha convinto i riluttanti alle somministrazioni. I primi casi di sospensione dal lavoro sono emersi in alcune imprese private e nelle aziende pubbliche. La platea dei no vax è una minoranza tutto sommato abbastanza esigua, in rapporto al totale della popolazione, ma si può identificare ancora come una tipologia di persone che non può essere indotta a vaccinarsi nemmeno dalla sospensione dello stipendio. In sostanza, chi non si vaccina ha deciso di resistere, anche mettendo a rischio il posto di lavoro. Ieri mattina il primo dipendente è stato sospeso dall’agenzia di selezione del personale Generazione vincente. «Sapevamo che non era vaccinato – spiega il responsabile Alfredo Amoroso – perché lo avevamo già verificato in occasione del controlli sul green pass base. Abbiamo riscontrato il mancato possesso della certificazione e sospeso il lavoratore. Era consapevole delle conseguenze e difficilmente cambierà idea». Il green pass rafforzato viene richiesto a tutti i dipendenti pubblici e privati oltre i 50 anni. E così lo stipendio è a rischio per una notevole quantità di lavoratori. Sono circa 36mila a Napoli i non vaccinati tra gli over 50 e, tra questi, almeno la metà sono lavoratori. Per farla franca, i no vax stanno utilizzando un espediente. Nelle pubbliche amministrazioni da ieri si segnalano molti casi di lavoratori in ferie o in aspettativa. Al Comune, ad esempio, ci sono numerosi dipendenti che hanno fatto coincidere le ferie con i primi giorni dell’avvio del green pass rafforzato.
«Sono 522 – fanno sapere dal Comune – i dipendenti Over 50 che risultano assenti per i motivi più disparati. Solo 8 adducono ragioni riferite al mancato obbligo vaccinale». Ma ci sarebbero tanti altri casi di lavoratori che non dichiarano la vera motivazione dell’assenza sul posto di lavoro. Difficile immaginare che si tratti di una coincidenza. La sensazione è che i refrattari alla vaccinazione pensino di poter approfittare di periodi di ferie o di aspettativa fino al 15 giugno, data ultima entro la quale sarà operativa la misura. I no vax sperano anche che l’obbligo venga ritirato in anticipo dal governo, sulla base del probabile allentamento delle misure di emergenza. Nelle aziende di trasporto pubblico si registrano altri casi di mancato rispetto della misura. All’Anm ci sono stati ieri 20 casi di lavoratori over 50 segnalati dall’azienda con una X rossa. Si tratta di 15 dipendenti assenti perché in malattia o per altre ragioni. E di altri 5 che non hanno esibito il green pass, in seguito ai controlli. Per questi ultimi 5 è scattata immediatamente la sospensione dal lavoro e dallo stipendio. I dipendenti non saranno riammessi sul posto di lavoro fino a quando non esibiranno la certificazione verde. E per gli altri 15 bisognerà poi verificare se siano in regola. Nella sanità pubblica sono ancora tanti i no vax. All’Asl Napoli 1, «sarebbero almeno un centinaio – sottolinea il segretario generale della Cgil Napoli e Campania Nicola Ricci – gli operatori sanitari e socio-sanitari sprovvisti di copertura vaccinale». Ed è un altro esempio della significativa quota di lavoratori no vax nelle strutture pubbliche. Le associazioni imprenditoriali confermano la linea dura già annunciata nei giorni scorsi. «I casi sono pochi ma ci sono. Chi ha un non vaccinato over 50 – spiega Alessandro Di Ruocco, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione industriali di Napoli – procede come da norma, ovvero con la sospensione. Alcuni sono guariti poco dopo Natale, quindi possono lavorare ancora».
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