Prosegue la battaglia dei laureati in Scienze della formazione primaria che il MIUR ha inspiegabilmente escluso dalle graduatorie ad esaurimento solo perché immatricolati dopo l’anno accademico 2007/08. Migliaia di docenti discriminati che,  dando vita al Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati e Abilitandi per le GaE, hanno deciso di non restare in silenzio di fronte ad una discriminazione che nel sistema lavorativo italiano forse non conosce precedenti.

Una situazione che rischia di esplodere qualora trovasse conferma l’attivazione di un TFA  (Tirocini Formativi Attivi) speciale per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Un corso di appena sette mesi che permetterebbe a chi in possesso del diploma magistrale di ritrovarsi sullo stesso piano di quanti hanno studiato per quattro anni con l’unico scopo di insegnare nelle scuole primarie e dell’infanzia.

I docenti del coordinamento, negli ultimi giorni, stanno facendo circolare un documento in cui avanzano una serie di proposte per migliorare l’accesso all’insegnamento e in cui chiedono che “gli abilitati e abilitandi in scienze della formazione primaria immatricolati dal 2008 al 2010 devono, per diritto, per coscienza e per giustizia, avere le stesse opportunità dei loro colleghi e non essere umiliati, come possessori di un titolo accademico, da corsisti occasionali, che con 7 mesi di corso formativo e senza nemmeno un test preselettivo, avranno la loro medesima posizione. Se questo e’ il merito, ci rimettiamo alle decisioni di chi sta trasformando la scuola in un ufficio di collocamento”.

Ecco il documento integrale:

 

Proposte per i programmi elettorali del comparto scuola

 

  • RECLUTAMENTO BASATO SU UN NUOVO SISTEMA MERITOCRATICO

 

Vogliamo l’abbandono di un metodo obsoleto, che ha portato al collasso del sistema di reclutamento su base concorsuale, degenerato nella creazione di una stagnante graduatoria, la graduatoria ad esaurimento, ingestibile e perpetua, unica responsabile della nascita del precariato.

Proponiamo di seguito, basandoci sulla nostra esperienza d’insegnanti precari, alcuni suggerimenti nati dall’osservazione e dal vissuto scolastico, che potrebbero, nel tempo, generare effetti positivi sullo stallo delle assunzioni dovute alla crisi economica e alla conseguente politica dei tagli, che ha colpito tutto il sistema scuola.

Ci sono molti punti e nodi da esaminare per giungere a un sistema trasparente di reclutamento. Se si è arrivati a tali livelli di precariato e insana gestione delle risorse scolastiche e del personale, le cause sono imputabili, al 50%, alla torbida gestione, antimeritocratica e pasticciata, che negli anni è stata attuata all’interno delle graduatorie provinciali.

Le nostre proposte vertono su:

  • reclutamento meritocratico e di qualità, fondato sull’iniziale controllo del curricolo del corpo docente (percorso di studio, esperienza scolastica, titoli aggiuntivi valutabili, tracciabilità dei titoli su percorsi formativi riconosciuti e legali)
  • abolizione dell’ormai obsoleto sistema di reclutamento e creazione di una nuova proposta, flessibile nel tempo, che permetta lo smaltimento delle vecchie graduatorie, secondo l’anzianità e secondo l’attuale punteggio di merito, per coloro che sono già in posizione utile per l’assunzione in ruolo da svariati anni.

Si potrebbe arrivare alla creazione di un sistema di reclutamento basato su una graduatoria regionale, gestita con criteri di massima trasparenza dagli USR; si accederebbe ad essa tramite un percorso di formazione universitaria, sia per la scuola primaria che per la scuola secondaria di primo e secondo grado. Questo già da tempo sarebbe dovuto avvenire, imponendo severi iter  preselettivi sul numero degli iscritti ai corsi.

 

Tale percorso di formazione e tale criterio di selettività, dovrebbero essere applicati dal MIUR basandosi sul fabbisogno effettivo di docenti, per ogni ordine e grado di scuola; l’abilitazione alla professione docente, fornita al termine di questi percorsi, avrebbe immediato sbocco lavorativo se il MIUR fosse in grado di rapportare il numero di docenti che ogni anno, a livello regionale vengono assunti, con il numero di studenti che possono accedere ai corsi abilitanti secondo tale fabbisogno (che riguarda anche un discreto margine di permanenza nelle graduatorie per la copertura dei posti in supplenza temporanea).

Il punteggio del servizio, il conteggio dei titoli acquisiti o le specializzazioni (lingua, sostegno) in possesso del docente, dovrebbero permettergli di avanzare più rapidamente in graduatoria.

 

  • I criteri di trasparenza, per essere efficaci, andrebbero applicati in ogni grado dell’istituzione scolastica, a partire dal movimento interno alle graduatorie e dagli spostamenti dei docenti da una graduatoria regionale all’altra.

Inutile evidenziare che le questioni sorte in merito ai passaggi di punteggi e valutazione dei titoli, sono talvolta state così poco chiare e addirittura, in alcuni casi, talmente poco trasparenti, da richiedere l’intervento della Giustizia.

Più volte il nostro Coordinamento ha sollecitato un più accurato controllo, da parte degli USP, dei titoli di studio conseguiti, dei punteggi derivanti dal servizio e provenienti da titoli. Non poche volte sono stati denunciati fatti poco chiari nella nomina degli insegnanti  e nelle dichiarazioni dei punteggi.

 

  • IL CONCORSO

Anche se il concorso è legislativamente pensato per un reclutamento meritocratico e come unica modalità normativa per le assunzioni su posti vacanti di tipo statale, abbiamo, almeno per un decennio, visto gli effetti deleteri di una cattiva gestione dello stesso.

Le motivazioni contro una ripresa delle attività concorsuali, a nostro parere sono molteplici:

Fornire un’abilitazione (ex concorso ’99) non è più necessario, giacché i percorsi formativi universitari abilitanti indetti dal MIUR, hanno già la prerogativa di indirizzare alla professione docente. Così facendo, si eviterebbe la creazione d’infinite graduatorie in base alla posizione ottenuta dal partecipante, costretto ad un’attesa estenuante prima di ottenere l’assunzione in ruolo.

Il piano d’immissioni in ruolo, sui posti vacanti, potrebbe essere stabilito sulla base delle graduatorie già create precedentemente (il merito, per questi docenti, è attestato non solo dal superamento di un concorso, ma anche dal serrato controllo sulla posizione effettuato dagli USR).

Non ci sarebbe bisogno di un dispendioso, quanto inutile concorso (se gestito come il concorso del ’99 o lì’attualmente in corso) che serva a ottenere una riqualificazione di docenti già formati e abilitati alla professione.

L’eventualità di un concorso potrebbe esse valutata solo in caso di esaurimento della graduatoria, una volta assunti, dopo opportuna gavetta, tutti i docenti abilitati nel corso degli anni.

La graduatoria di merito per i docenti abilitati nei corsi formativi universitari, garantirebbe anche l’accesso alle supplenze per il personale in attesa di assunzione a tempo indeterminato.

L’equilibrio tra immatricolazioni ai corsi universitari e numero di docenti necessari, stimato sul personale in età pensionabile, garantirebbe una diminuzione del precariato, cosa che non avviene con i concorsi biennali, che bandiscono solo un numero molto ristretto di posti in proporzione all’immensa platea di abilitati alla professione.

 

IL SOSTEGNO

La politica dei tagli ha causato la messa in discussione del diritto all’integrazione scolastica degli studenti con disabilità e con problematiche.

Un’offerta didattica di eccellenza, che, lo diciamo con una punta di orgoglio, rendeva la scuola italiana una delle prime in Europa nel campo delle politiche scolastiche d’integrazione, è stata sacrificata per risanare i danni di un sistema economico al collasso.

Mentre le frange sociali più deboli e bisognose sono state ulteriormente vessate, migliaia d’insegnanti di sostegno, che hanno optato per una scelta professionale encomiabile e faticosa, sono stati penalizzati: molti docenti hanno perso l’incarico a motivo della riduzione delle ore di sostegno o addirittura sono perdenti posto in istituti scolastici dove lavoravano da anni.

In base ad una scelta poco oculata della funzione della graduatoria a esaurimento, sui posti di sostegno si continuano a convocare per incarichi annuali (con tutti i danni derivanti, in situazioni così delicate, dalla discontinuità educativa e didattica) docenti senza abilitazione, mentre, a causa di un DM che ha sancito la chiusura delle GAE, sono tenuti fuori dalla graduatoria docenti abilitati al sostegno.

Non ci vuole certo una laurea in fisica quantistica per scoprire che si potrebbe creare una graduatoria di merito indipendente solo per il sostegno, non considerandolo una specializzazione aggiuntiva.

Si avrebbe un servizio qualificato e qualche presenza in meno nelle GAE già al collasso.

 

NUOVI INSERIMENTI IN GRADUATORIA.

Come Coordinamento di docenti abilitati presso il corso universitario di Scienze della Formazione Primaria, ci teniamo a ribadire che il destino della scuola ci sta a cuore  e che proprio per questo abbiamo scelto di prepararci al meglio al fine di svolgere adeguatamente questo difficile mestiere.

Purtroppo le scelte dei Governi che si sono successi negli ultimi anni, hanno penalizzato tali docenti con l’esclusione dalle Graduatorie, riservando loro un diverso trattamento, discriminante rispetto ai colleghi che hanno seguito lo stesso percorso di studi. Nonostante la nostra lotta e il nostro impegno per vederci riconosciuti diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, continuiamo ad essere discriminati.

L’ultimo provvedimento che ci riguarda, la creazione di una quarta fascia aggiuntiva delle graduatorie ad esaurimento, non rende giustizia nemmeno ai pochi                                “fortunati“ che hanno potuto godere dell’inserimento.

E’ stata un pasticciaccio brutto, venuto alla luce, per volontà del MIUR, in un momento caotico. Il Ministero ha il dovere morale di risolvere, con una sanatoria, quest’ aberrante ingiustizia.

Tuttora delusi dal comportamento delle Istituzioni, ci riteniamo offesi e abbandonati da un sistema che dovrebbe tutelarci e siamo determinati a esprimerci, in occasione delle prossime elezioni, a favore di coloro che dimostreranno particolare sensibilità per le problematiche scolastiche.

 

A PROPOSITO DI TFA

In questi giorni, prima il Senato e, di seguito, la Camera, hanno dato parere favorevole a un provvedimento che modifica radicalmente il DM 10 settembre 2010 sulla formazione iniziale degli insegnanti.

In quell’occasione, l’allora Ministro Gelmini creò il TFA (tirocinio formativo attivo) per garantire l’abilitazione all’insegnamento, alle classi di concorso per le scuole secondarie di primo e secondo grado, a quei docenti, che avendo una laurea quinquennale, non potevano insegnare a motivo dell’assenza di concorsi e a causa della chiusura dei corsi abilitanti (SISS).

I TFA furono inseriti come norma transitoria nel DM, in attesa di un nuovo futuro reclutamento per la classe docente.

Fin qui nulla da obiettare, visto che di docenti nelle classi di concorso citate nel DM ce n’era ampiamente bisogno.

Questa corsa all’abilitazione forsennata dei docenti, ha risvegliato, da decennali torpori, vecchie ambizioni sepolte quanto un diploma vecchio di 15 anni sotto risme impolverate.

Coloro che per anni non si sono interessati a migliorare la propria formazione, attraverso il corso di laurea in Sfp o attraverso altri corsi abilitanti, stazionando per anni nelle graduatorie di istituto e aspettando passivamente una sanatoria (perché si sa che in Italia si vive di sanatorie!), hanno dissotterrato l’ascia di guerra, e contattando sindacati senza scrupoli e formando associazioni, hanno fatto si che qualche loro irremovibile difensore senza macchia, vedendo un proprio tornaconto in tempi di campagna elettorale, con un’abile mossa, proponesse di abilitare altri docenti che hanno avuto, negli anni, tante occasioni per abilitarsi attraverso corsi molto costosi e faticosi (vedi appunto scienze della formazione primaria), e che ora andranno a ingrassare le file del precariato che tanto si cercava di limitare.

Ora: perché, se esiste un corso universitario dove si abilitano docenti per la scuola primaria, e si fatica a inserirli nel sistema di reclutamento, si vede la necessità di istituire tali corsi molto scontati, in tutti i termini, per favorire “politiche” personali?

SE DI MERITO VOGLIAMO PARLARE, ALLORA COME SI PUÒ PRETENDERE CHE DOCENTI LAUREATI E FORMATI CON CORSI QUADRIENNALI UNIVERSITARI, CHE HANNO SUBITO UNA DISPARITÀ DI TRATTAMENTO CON COLLEGHI ABILITATI PRIMA DEL 2008, E CHE GIÀ SONO AMPIAMENTE INSERITI NEL MONDO DEL LAVORO, COME SI PUÒ PRETENDERE POSSANO STAZIONARE IN UNA MODESTA GRADUATORIA DI ISTITUTO INSIEME A PERSONE DIPLOMATE E SPECIALIZZATE CON UN CORSO DI 7 MESI, VANTANDO, COME MERITO, 540 GG DI SERVIZIO?

CI SIAMO DOMANDATI COME SI PUÒ CONTINUARE A SOPRAVVIVERE E A TOLLERARE TALI INGIUSTIZIE: NOI NON SIAMO SEMPLICI STUDENTI UNIVERSITARI CHE HANNO DAVANTI UNA VITA PIENA DI OPPORTUNITÀ LAVORATIVE, MA PER LA STRAGRANDE MAGGIORANZA, DI ULTRATRENTENNI, AL SECONDO TITOLO ACCADEMICO, CHE SI SONO RIMESSI IN GIOCO CON MOLTA FATICA PER ADEGUARSI A CIÒ CHE IL MINISTERO, LA SCUOLA MODERNA E LA DIDATTICA VOGLIONO.

IL MERITO VA RICONOSCIUTO: SE IL TFA PER I DIPLOMATI MAGISTRALI CONSENTIRA’ LORO DI INSEGNARE NELLA SECONDA FASCIA D’ISTITUTO, gli abilitati e abilitandi in scienze della formazione primaria immatricolati dal 2008 al 2010 devono, per diritto, per coscienza e per giustizia, avere le stesse opportunita dei loro colleghi e non essere umiliati, come possessori di un titolo accademico, da corsisti occasionali, che con 7 mesi di corso formativo e senza nemmeno un test preselettivo, avranno la loro medesima posizione.

se questo e’ il merito, ci rimettiamo alle decisioni di chi sta trasformando la scuola in un ufficio di collocamento.

 

Il Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati e Abilitandi per le GaE

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