”Al G8 di Genova nacque un fenomeno politico e culturale che e’ stato il piu’ grande esempio di liberta’ e di intelligenza critica degli ultimi anni. Una scintilla di cui appena ora si comincia a capire il valore. Basti pensare a come sono stati vinti i referendum.
Il movimento no-global venne in Liguria non solo a manifestare, ma a discutere e a proporre. Intui’ l’attuale crisi economica della globalizzazione cattiva, quella che antepone il profitto dei pochi al bene comune. E la battaglia dell’acqua come bene pubblico, proprio a Genova mostro’ per la prima volta in forme potenti la critica al berlusconismo, intesa non come stizzosa polemica antipremier, ma come lotta contro la sua egemonia culturale”. Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’, dalle colonne del quotidiano Il Secolo XIX, a 10 anni dal G8 di Genova. ”Poi – prosegue il leader di Sel – ci sono il lutto, il dolore e quel frammento di fascismo rappresentati dalla Diaz e da Bolzaneto. Due luoghi dove vennero sospesi i diritti e in cui la peggior destra italiana e le pulsioni d’ordine degli apparati repressivi hanno dato vita a quella che fu giustamente definita una macelleria messicana. Il fatto che nonostante condanne e sentenze, dallo Stato non siano venute mai parole di scusa e’ uno scandalo nello scandalo. Su questo vergognoso silenzio ho apprezzato le parole del procuratore generale di Genova. Ci fu uno strappo alle regole della nostra civilta’ democratica e oggi c’e’ una tenace volonta’ di rimozione”. ”Giuliani fu la vittima – dice Vendola – di una clamorosa e preordinata volonta’ di trascinare e soffocare nel sangue un intero movimento che chiedeva una globalizzazione dal basso, rovesciando la dittatura del Pil. A questa inedita e strepitosa offerta politica si rispose con la Zona Rossa, chiudendo non solo metaforicamente la saracinesca. Si cerco’ di stringere in una morsa di violenza un’enorme novita’ politica e l’uccisione di Giuliani rappresenta – conclude – questo tentativo”.