La copertura per la vaccinazione anti papilloma virus (hpv), prevista per tutte le undicenni dal 2007, è arrivata al 71% nel 2014, con grandi differenze tra le varie regioni, che vanno dal 27 e l’86%. Ben al di sotto comunque dell’obiettivo di copertura inizialmente previsto del 95%.

A rilevarlo è l’Istituto superiore di sanità (Iss), in uno studio sulle strategie adottate nelle Asl per promuovere il vaccino e quali azioni potrebbero migliorare l’adesione. Si è così visto che gli strumenti usati più spesso nelle Asl per promuovere il vaccino sono stati brochure e depliant (92%) e poster (72%), poco tv (24%) e radio (15%). La probabilità di arrivare ad una copertura vaccinale completa al 70% era maggiore se si inviavano lettere di invito con una data preassegnata indicata per la vaccinazione e una chiamata a chi non rispondeva. Pediatri e servizi vaccinali sono stati coinvolti in attività informative e di formazione nell’80­90% delle Asl, mentre i medici di famiglia e i ginecologi che lavorano nel pubblico nel 60­70% dei casi. A incidere negativamente sulla vaccinazione sono stati la poca partecipazione agli eventi di formazione dei vari operatori dei servizi vaccinali (58%), la loro sfiducia verso il vaccion hpv (55%) e risorse insufficienti (56%). Per promuovere il vaccino è dunque importante, conclude lo studio, agire con molteplici interventi, come la preassegnazione di date per la vaccinazione, ripetute chiamate a chi non risponde e un potenziamento della formazione degli vari professionisti, oltre a maggiori risorse economiche.

 

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