Parte la protesta degli avvocati contro i rischi di una liberalizzazione, che mette in ”grave pericolo” la difesa dei diritti dei cittadini. Il 28 gennaio diserteranno le cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario per ”segnalare il grave stato della giustizia e il pericolo che la democrazia sta attraversando”. E in un manifesto, approvato al termine di un’assemblea di tutte le componenti dell’avvocatura, accusano il governo di aver agito con un metodo ”inaccettabile” e ”in modo opaco e autoritario”.

All’assemblea di oggi, promossa dal Consiglio nazionale forense, ne seguira’ un’ulteriore il 20, organizzata dall’Organismo unitario dell’avvocatura, che ha gia’ messo sul piatto un pacchetto di proteste: due giorni di sciopero, manifestazioni davanti a Palazzo Chigi e a Camera e Senato, ”occupazione simbolica” dei palazzi di giustizia per informare i cittadini di quanto sta accadendo. Cosi’ come gli avvocati potrebbero smettere di ”supportare”, con propri personale e risorse, tribunali in affanno come quelli di Roma e Milano. ”Le misure di reazione saranno collegate con il programma degli interventi del governo” ha detto il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, che in una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato tutte le componenti istituzionali e associative dell’avvocatura (Oua, Unione delle camere penali, Unione delle Camere civili, Aiga e Unione delle Camere minorili) ha pero’ frenato sull’ipotesi dello sciopero (”non la riteniamo la misura piu’ adeguata”) e delle manifestazioni(”non vogliamo arrivare a questo punto ma non posso escluderlo”). Lui stesso il 26 ,nella solenne cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, leggera’ un documento per denunciare ”il disagio dell’avvocatura e i rischi per la tutela dei diritti dei cittadini”. Con il governo gli avvocati sono infuriati. E nel mirino non c’e’ solo una liberalizzazione che, con un tirocinio anticipato a prima della laurea, di fatto porta un a accesso alla professione ”senza controllo della qualita”’, ma anche le iniziative di riforma della giustizia. Interventi, varati senza alcun confronto con loro e che nel loro insieme costituiscono ”un attacco alla giurisdizione, all’avvocatura” e un ”ostacolo” all’accesso dei cittadini alla giustizia( per i quali ci sono ”piu’ spese e meno garanzie”) e che peraltro ”non hanno alcun rapporto” con l’obiettivo di rilanciare l’economia. E non e’ tutto: per migliorare l’efficienza della giustizia gli avvocati hanno presentato una serie di proposte, a cominciare dalla disponibilita’ a concorrere ad aggredire l’arretrato civile, ma ”non abbiamo mai avuto un interlocutore, il governo non le ha prese in considerazione”. E’ un segnale che il ”sistema costituzionale sta scricchiolando e questo e’ un fatto molto grave, che non puo’ essere giustificato dalla crisi economica”.

 

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