E’ tra i tumori piu’ diffusi in Italia, con oltre 40 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, 2.000 in Campania, di cui il 20% scoperto gia’ allo stato metastatico. E’ il carcinoma prostatico, che colpisce in particolare gli individui in eta’ avanzata.
Una patologia ad alta incidenza (si ammala 1 persona su 7), ma a bassa mortalita’ (il rapporto e’ di 1 a 33), perche’ e’ un tumore ‘lento’ e spesso asintomatico. Il 30% dei maschi italiani di 50 anni e l’80% dei 70enni ne e’ affetto, ma non ne e’ a conoscenza e, con grande probabilita’, morira’ per altre cause prima che il tumore riveli i propri sintomi. La diagnosi precoce diventa quindi “importante, ma pericolosa”, avverte il primario di Oncologia medica dell’Azienda ospedaliera Cardarelli di Napoli, Giacomo Carteni’. Per Carteni’ “si corre il rischio di sovrastimare il tumore, mentre bisogna capire subito se e’ evolutivo”. Per i casi piu’ gravi, che non rispondono alla terapia ormonale e che manifestano una progressione della malattia anche dopo la terapia con Docetaxel, oggi e’ disponibile sul mercato la molecola Cabazitaxel, dal cui sviluppo e’ nato un nuovo farmaco chemioterapico indicato per il trattamento in seconda linea del carcinoma prostatico in fase avanzata. “Fino al 2004 si utilizzava solo la terapia ormonale – spiega Carteni’ – poi e’ stato introdotto il trattamento chemioterapico con Taxotere, che ha ridotto il rischio di mortalita’ del 26%, con un miglioramento della qualita’ di vita. Con il nuovo farmaco, che e’ ingrado di vincere la chemioresistenza instauratasi al precedente prodotto, si raggiunge il 30%”. A breve sara’ disponibile un terzo farmaco e altri quattro sono ancora in fase sperimentale. “Ci avviciniamo quindi al concetto di cronicizzazione della malattia”, osserva Carteni’. Nel frattempo e’ fondamentale accedere alle “cure giuste al momento giusto” e il sistema sanitario deve essere in grado di offrire al paziente un team multidisciplinare, nel quale accanto all’urologo operino l’oncologo e il chemioterapico. “Quando questo non accade – sottolinea – il paziente spesso non accede alla alla cura definitiva. I dati dell’Associazione italiana registro dei tumori (Artium) dicono che il carcinoma alla prostata ha un’incidenza piu’ alta nel centro-nord rispetto al sud, dove pero’ la percentuale di sopravvivenza e’ piu’ bassa”.