Gli italiani si preparano a festeggiare un San Valentino di ‘austerity’. Domani infatti ci saranno meno uscite al ristorante e più cene casalinghe e soltanto una coppia su due si scambierà regali. Ma niente gioielli e vestiti, l’unico omaggio che resiste è quello floreale, scelto da quasi il 40 per cento degli innamorati. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo la quale, domani saranno acquistati circa 13 milioni di fiori, soprattutto rose (oltre 10 milioni, cioé l’80 per cento delle vendite floreali complessive), ma anche tulipani, orchidee e lilium.
Ma la fascia di prezzo scelta sarà quella più economica, compresa tra i 5 e i 10 euro, con una spesa al consumo che si attesterà in totale intorno ai 70 milioni di euro. Per l’acquisto ci si rivolgerà al fioraio sotto casa (65 per cento), mentre un altro 30 per cento comprerà i fiori ai mercati rionali o ai banchetti allestiti per l’occasione da ambulanti. Il vero rischio – sottolinea la Cia – è però che ad essere acquistati saranno fiori ‘stranieri’ in due casi su tre. Questo perché – evidenzia l’organizzazione agricola – i costi energetici sono arrivati a livelli insostenibili (+7,9 per cento in media nel 2012) e molti floricoltori italiani hanno quindi scelto di non produrre nell’anno o di limitare i ‘tagl” invernali, visti i rincari per il riscaldamento delle serre. Il maltempo, poi, ha dato un’ulteriore batosta al settore. La conseguenza è che aumentano a dismisura, soprattutto in occasioni come San Valentino, le importazioni ‘selvagge’ da Paesi extracomunitari come Thailandia, Colombia, Etiopia, Ecuador e, per le rose, dal Kenya. Ma la qualità del ‘prodotto Italia’ – conclude la Cia – va differenziata e valorizzata.
Il 39% degli italiani non regalerà niente. Tra gli innamorati, invece, che festeggeranno i fiori si confermano l’omaggio preferito (32%) rispetto a cioccolatini o altri dolciumi (19%), profumi o gioielli (6%) e capi di abbigliamento (4%). E’ quanto emerge dai risultati del sondaggio condotto dal sito www.coldiretti.it., secondo il quale verranno acquistati 15 milioni di fiori per una spesa di circa 75 milioni di euro piante comprese, con la tendenza a diversificare tra rose primule, bulbose azalee e orchidee, meglio se italiane. Un comparto in cui l’Italia, afferma la Coldiretti, primeggia a livello internazionale e comunitario dopo l’Olanda, spesso però solo il crocevia di triangolazioni commerciali, come accade per le produzioni di paesi extracomunitari come Thailandia, Brasile, Perù e Kenia. Secondo l’ultimo censimento dell’agricoltura, ricorda la Coldiretti, in Italia risultano attive circa 20.500 aziende florovivaistiche, che danno occupazione a 120 mila addetti, con una superficie coltivata di 36 mila ettari e che generano un valore di oltre 3 miliardi di euro.