Creativo geniale, un tipo “svitato” e un animalista appassionato. Se ne è andato, a 59 anni, l’uomo che, a sei mani con il produttore James Brooks e con il fumettista Matt Groening, diede vita ai Simpson (era il 1988). Vincitore di nove Emmy, Sam Simon era malato dal 2012 e in questi ultimi anni si era totalmente votato alla causa animalista regalando… tutto.

L’ultimo che era riuscito a salvare, lo scorso autunno, era stato Benji, toro da riproduzione diventato famoso come il “toro gay”: il suo scarso interesse per la monta lo aveva reso predestinato al macello. Simon lo aveva acquistato e trasferito in Gran Bretagna, a Hillside Sanctuary dove già vivono sereni oltre duemila animali riscattati dallo stesso destino. La fase animalista della vita del creativo era iniziata intorno al 2002: in questi tredici anni ha fondato la Sam Simon foundation, che fornisce cani da assistenza per disabili e soldati tornati da Iraq e Afghanistan affetti da disturbo post traumatico, ha comprato un’intera fattoria di cincillà nel sud della California (per salvarli tutti), ha salvato Sunder, un elefante indiano che era stato malmenato e affamato, ha pagato per la delocalizzazione degli orsi nello stato americano della Georgia. Non solo: finanziava un asilo per cani abbandonati a Malibu e, nel testamento, ha deciso di lasciare 100 milioni di dollari alle associazioni che si battono per i diritti degli animali. “Sono i miei soldi e posso farne quello che voglio”, rispondeva Simon a cui gli chiedeva perché. “Questo è un hobby costoso che posso godermi alla fine della mia vita”.

 

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