Esposti alla ‘Schatzkammer’, la camera del tesoro del palazzo imperiale di Vienna, i gioielli del Sacro Romano Impero trafugati da Hitler, oggi per la prima volta esposti al pubblico. Si tratta della corona, dello scettro, delle due lance con le quali, secondo la tradizione, e’ stato trafitto il torace del Cristo sul Golgota. Sidney Kirkpatrick ha firmato un avvicente romanzo, pubblicato da ‘Le Cherche Midi’, ‘Les reliques sacre’es’ d’Hitler’.
Il racconto di una fuga, di un saccheggio, di un ritrovamento, grazie all’ostinazione di un professore di storia dell’arte all’Universita’ di Berkley in California, Walter Horn, di nazionalita’ tedesca, passato durante la II Guerra Mondiale nelle file degli Alleati. Era lui che interrogava i prigionieri tedeschi. Sara’ lo stesso Horn che scoprira’, da una soffiata di Fritz Huber, soldato della II Panzerdivisione, che era stato realizzato un bunker sotto il castello di Norimberga , all’interno di un’antica cantina, per nascondere tesori di inestimabile valore. ”Era stato Heinrich Himmler – anticipa il settimanale francese ‘Point de vue’ – a mettere al riparo degli anglo-americani opere d’arte provenienti dai musei tedeschi o saccheggiati in altri paesi”. Ma purtroppo Norimberga non e’ stata ancora conquistata, impossibile, quindi, per Walter Horn fare ricerche o sopralluoghi. Bisognera’ attendere il 20 aprile del 1945. Una pattuglia dell’US Army si avvicina al castello di Norimberga e, seguendo le indicazioni del soldato Huber, scopre il bunker con uno straordinario tesoro. ”Eppure – come ricorda ancora il settimanale francese – due casse erano completamente vuote’. Quelle che conservavano i pezzi piu’ preziosi, i ‘Reichskkeinodien, i gioielli del Sacro Romano Impero. L’origine di questi preziosi simboli data del X secolo. Nel 1806 – ricorda ancora nel suo servizio ‘Point de vue’ – con la scomparsa del Sacro Impero, Francesco I d’Asburgo li trasferisce a Vienna”. ”Per i nazisti, ed in particolar modo per Hitler, queste reliquie non hanno solo un peso storico e artistico, ma rappresentano ai suoi occhi una sorta di legittimita’ millenaria del vecchio Impero tedesco, quello di Carlomagno o di Ottone I, di cui Hitler si proclama erede”. Ma Himmler va ben oltre. Per il capo delle SS quei simboli hanno un valore piu’ profondo. Himmler e’ convinto che possiedano un forza misteriosa ed esoterica. ”Nella sua fortezza di Wewelsburg, non lontana da Paderborn – spiega ancora il settimanale francese ‘Point de vue’- Himmler aveva fatto creare all’interno del ‘salone dei Generali’, un tavolo ovale come quello del re Artur a Camelot, una cripta con dipinto un sole nero, luogo sacro per riti di iniziazione”. Ma dopo la resa della Germania non si conosce ancora nulla del tesoro di Hitler. Forse scomparso, forse venduto. Ancora una volta e’ il tenente Walter Horn a risolvere il caso, dopo aver percorso, in lungo e in largo, la Baviera alla ricerca del tesoro di Hitler. ”Sara’, subito dopo l’interrogatorio di Josef Spacil, braccio destro di Himmler – aggiunge ‘Point de vue’ – che il tenente tedesco comincia a dubitare. Secondo quanto riportato da Spacil le relique erano state nascoste in Austria, nel castello di Fischhhorn, e successivamente disperse nel lago di Zell”. ”Walter Horn decide quindi di ritornare a Norimberga – continua il settimanale francese- fa imprigionare uno dei guardiani del bunker e minacciandolo di deferirlo alla corte marziale, ottiene la verita’. Il tesoro del Sacro romano impero non ha mai lasciato la citta’. Semmai e’ stato spostato verso un altro nascondiglio”. Il 5 gennaio del 1946 gli americani restituiscono finalmente al nuovo stato austriaco i gioielli del Sacro Romano Impero. Da oggi si possono ammirare nella sede della Hofburg, il palazzo imperiale di Vienna.