Rifta Masih, la bambina cristiana di undici anni affetta dalla sindrome di Down che è stata accusata la settimana scorsa di blasfemia, ha corso il rischio di essere bruciata viva da una folla di musulmani inferociti nel villaggio di Meharabadi, alle porte di Islamabad.

Lo scrive oggi il quotidiano The Express Tribune. Dopo il clamore suscitato dalle incredibili accuse rivolte alla bimba di oltraggio all’Islam per aver bruciato pagine del Noorani Qaida, il manuale per imparare a leggere il Corano, il caso è giunto fino al presidente della repubblica Asif Ali Zardari che, ha detto il suo portavoce Farhatullah Babar, ha chiesto al ministero dell’Interno di presentargli al più presto un rapporto sull’accaduto. Intanto il quotidiano scrive, citando un responsabile del commissariato di Qasim Niazi, che una denuncia è stata presentata contro l’imam della locale moschea ed altre 175 persone responsabili di aver minacciato la polizia esigendo la consegna della bambina che avrebbe dovuto essere bruciata viva sulla pubblica piazza. Infine si è appreso che Paul Bhatti, consigliere speciale del primo ministro per l’Armonia, ha annunciato che Rifta sarà sottoposta a visite mediche. Inoltre la questione sarà sottoposta a religiosi di diverse denominazioni islamiche per discutere se, ammesso che l’incidente sia realmente avvenuto, una bambina di quell’età e di quelle condizioni fisiche, può essere giudicata colpevole di un gesto responsabile.

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