Le autorità militari egiziane hanno ordinato che in caso di scarcerazione l’ex presidente Hosni Mubarak venga posto agli arresti domiciliari, in attesa del verdetto del nuovo processo nel quale l’ex rais è accusato di omicidio e corruzione: lo ha reso noto il governo del Cairo, giustificando la decisione con i poteri straordinari previsti dallo stato di emergenza attualmente in vigore nel Paese.

Spetterà tuttavia alla Procura generale egiziana decidere se Mubarak debba essere rilasciato dopo che ieri un tribunale del Cairo ha accolto la richiesta di libertà vigilata presentata dai suoi legali. La sentenza riguarda infatti un’accusa di corruzione e arricchimento illecito: avendo l’ex rais restituito la somma in questione secondo il tribunale non è possibile il mantenimento in custodia cautelare per questo reato. Fonti del Ministero degli Interni egiziano hanno annucniaton che oggi avrà luogo una consultazione con la Procura generale per decidere della messa in libertà o dell’incriminazione del rais per altri reati. La Procura può infatti presentare appello, ma non è ancora stato reso noto se sia stato depositato un ricorso contro la decisione della corte. Fino ad oggi, ogni decisione di messa in libertà vigilata è stata sempre seguita da nuovi capi d’accusa che hanno permesso la permanenza in carcere dell’ex rais: Mubarak infatti ha già ricevuto per tre volte la concessione della libertà vigilata per altri tre capi di imputazione, essendo scaduto il periodo massimo di custodia cautelare previsto dalla legge. Si trattava in particolare delle accuse di omicidio di manifestanti e corruzione, per le quali Mubarak è in attesa di un nuovo processo dopo l’annullamento da parte della Cassazione di una prima sentenza di condanna all’ergastolo: la prima udienza è prevista domenica e in teoria – salvo nuove incriminazioni – l’ex rais avrebbe potuto comparirvi da uomo libero.

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