Dalle superallenate Madonna a Gwyneth Paltrow fino alla show girl Elena Santarelli, e alla splendida Michele Pfeiffer. Non c’e’ praticamente donna sulla terra, povera o ricca che sia, che non viva con un po’ di preoccupazione la fatidica prova costume.

Ovviamente le tecniche di “restauro” variano a seconda dell’eta’ e dei chili accumulati. L’ultima trovata in ordine di tempo, stando ai piu’ informati giornali di gossip si chiama Coolsculpting ed e’ l’ultimo nato in termini di remise en forme prima della prova bikini che interessera’ milioni di donne italiani. Secondo l’informatissimo settimanale Chi, anche in Italia molte celebrities hanno scelto questa tecnica per rimettersi in forma. In primis la show girl Elena Santarelli sorpresa da un paparazzo del settimanale all’uscita di un centro internazionale della chirurgia estetica di Milano. “Il Coolsculpting si basa sulla criolipolisi – spiega la dott.ssa Valentina Camilleri, ricercatrice nonche’ medico estetico LaClinique -. E’ infatti possibile portare all’apoptosi le cellule di grasso sottoponendole ad uno stress termico che ne provochi il congelamento. In questo modo le cellule adipose sottocutanee possono essere distrutte senza intaccare gli altri tessuti, favorendone l’eliminazione attraverso il processo linfatico naturale del corpo”. “Questo trattamento – spiega ancora Camilleri – e’ consigliato in caso di cuscinetti di adipe localizzato, in particolare sul ventre, maniglie dell’amore, fianchi”. Insomma anche dai dati diffusi dal centro studi di una multinazionale del settore il complesso, la paura di esibirsi sulla spiaggia, su un campione di 800 donne, colpisce piu’ le donne benestanti (55%) delle operaie (32%). Particolarmente attente all’estetica sono le manager (65%), le libere professioniste (58%); le imprenditrici (53%). Tra le donne lavoratrici quelle con maggiori complessi di colpa sono le commesse (43%) e le parrucchiere (33%). “Un dato e’ certo, commenta la dottoressa Camilleri, l’industria della bellezza e’ una delle poche a non risentire della crisi. Il grado di attenzione e’ assolutamente interclassista e trasversale. Forse perche’ i sensi di colpa sono un elemento assolutamente democratico e in Italia anche le donne piu’ svantaggiate non rinunciano ad apparire belle”.

 

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