I geni, come ad esempio quelli le cui varianti che vengono usate per valutare la probabilita’ dell’insorgenza di alcuni tumori, si possono brevettare. Lo ha stabilito una corte d’appello federale di Washington, dando ragione alla compagnia Myriad che ha il copyright sui geni Brca1 e Brca2 utilizzati per la diagnosi del cancro al seno. La sentenza della corte d’appello ricalca quella gia’ emessa nel 2011, che pero’ non era stata accettata dalla Corte Suprema che aveva chiesto di riesaminare il caso.

Secondo l’Unione Americana per le Liberta’ Civili, che aveva iniziato la causa, i geni sono ‘prodotti della natura’, e come tali non brevettabili: “Tutto discende dalla natura, e segue le sue leggi – hanno scritto pero’ i giudici nel dispositivo – ma i composti di cui parliamo non lo sono. Sono il prodotto dell’uomo, anche se seguono, come fanno tutti i materiali, le leggi della natura”. Il processo ha diviso il mondo scientifico tra chi e’ favorevole ai brevetti sui geni, che sarebbero l’unico metodo per far si’ che le industrie abbiano qualche interesse a proseguire nelle ricerche su quest’area della medicina, e chi invece ha paura che proprio la difesa tramite brevetto blocchi la possibilita’ di fare ricerca per paura di cause e multe. La decisione della corte Usa sara’ probabilmente oggetto di un nuovo ricorso alla Corte Suprema.

 

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