Mentre nel mondo si osserva la Giornata della memoria della Shoah, il Betar Gerusalemme e’ stato trascinato in un vortice di polemiche quando ieri alcuni tifosi hanno esposto uno striscione in cui inneggiavano alla ”purezza” etnica della loro squadra di calcio, spesso identificata con la destra nazionalista.
Con la scritta (a lettere nere su sfondo giallo) i tifosi protestavano contro l’imminente ‘ingaggio di due calciatori musulmani, ceceni. Ad irritare i tifosi ”irriducibili” della tribuna est dello stadio Teddy di Gerusalemme e’ stata l’intenzione del proprietario della squadra, l’uomo d’affari russo-israeliano Arkadi Gaidamak, di ingaggiare nei prossimi giorni due giovani calciatori della Georgia, Zaor Sereyev e Jibril Kedayev, entrambi musulmani. Secondo la stampa sportiva, gli ultras del Betar Gerusalemme hanno scandito ieri, durante la partita con il Bney Yehuda, cori anti-arabi (che la direzione dello stadio ha cercato di coprire diffondendo musica a tutto volume) e hanno esposto due striscioni: ”Betar pura per sempre” e ”70 anni di principi”, da difendere. I colori del club sono giallo-nero: ma il fatto che quei tifosi abbiano tracciato uno slogan di sapore razzista su una tela gialla e’ apparso un insulto aggiuntivo al ricordo della Shoah e alla stella gialla di discriminazione che fu allora imposta dai nazisti agli ebrei. Anche se in Israele la Giornata della Shoah si celebra ad aprile, la coincidenza dell’episodio con la Giornata internazionale della Memoria e’ stata subito colta dalla stampa e da esponenti politici, e lo scandalo e’ stato immediato. Parole di condanna verso gli ultras sono state pronunciate dal presidente della Knesset (parlamento) Reuven Rivlin, un dirigente di Likud-Beitenu.