Un uomo completamente paralizzato che questa settimana sapra’ se la sua battaglia per il diritto di morire ha avuto successo, e’ al centro di una campagna su Twitter per fargli cambiare idea. Tony Nicklinson, 58 anni e padre di due figlie, da mercoledi’ scorso ha iniziato a comunicare con il mondo attraverso il social network e ora e’ seguito da piu’ di 15.000 persone.
La famiglia ed i legali dell’uomo domani e mercoledi’ saranno all’Alta Corte dove chiederanno ai giudici di permettere ad un medico di ucciderlo senza rischiare di essere perseguito per omicidio. Dal suo debutto su Twitter, Nicklinson – che riesce a scrivere grazie a un programma che ‘legge’ i movimenti dei suoi occhi – in questi ultimi giorni e’ stato intervistato da numerosi quotidiani. All’Independent l’uomo – paralizzato dal 2005 dopo aver avuto un ictus mentre si trovava in viaggio ad Atene – ha dichiarato: ”Credo che determinare quando, dove e come la propria vita debba finire sia il primo diritto umano di una persona. Tutti questi discorsi sulla vita che e’ un dono di Dio e che solo lui puo’ decidere quando puo’ finire, sono assoluta spazzatura”. In un documentario che andra’ in onda stasera su Channel 4, il medico greco che gli ha salvato la vita gli da’ ragione. ”La morte e’ piu’ normale che stare in vita in queste condizioni. Quando mi hanno detto che era ancora vivo sono rimasto sorpreso e triste allo stesso tempo. Non lo augurerei nemmeno al mio peggior nemico di restare in vita in quello stato cosi’ a lungo”, afferma nel documentario Stelios Doris, il neurologo che curo’ Nicklinson dopo l’ictus. In un articolo da lui scritto per il Times, l’uomo descrive la sua routine giornaliera: ”Alle 8.30 i miei infermieri arrivano, mi rasano, mi fanno la doccia e mi vestono, supervisionano i miei esercizi e poi se ne vanno. Essere maneggiato in questo modo e’ necessario e mi ricorda perche’ sto andando in tribunale. Odierei tutto questo se fossi vecchio e vorrei un modo per porvi fine”. Ma mentre molti tweet sono di solidarieta’ con la battaglia legale di Nicklinson, tanti altri invece sono di persone che sperano di fargli cambiare idea. ”Dio ti ama”, ”Tieni duro” e ”Pensa ai tuoi figli”, sono alcuni dei messaggi che ha ricevuto da quando e’ sbarcato sul sito. Lui, anche se lusingato dall’attenzione che ha generato, e’ determinato a continuare la sua battaglia legale. E ha dichiarato: ”Mi ha fatto sentire piu’ collegato con il resto del mondo, ma anche se si tratta di un interessante esperimento di interazione umana, sono ancora certo di cosa faro’ quando verra’ il momento. In altre parole, essere uno dei twitterati non e’ abbastanza per farmi cambiare idea. Forse saro’ la prima persona a dire addio al mondo su Twitter”.