E’ stata ricostruita in laboratorio una tappa fondamentale dell’evoluzione, quella che ha determinato il passaggio dagli esseri unicellulari agli organismi multicellulari. E il primo atto degli organismi complessi e’ stato il suicidio programmato delle cellule: lo dimostra lo studio coordinato dall’americano William Ratcliff, dell’universita’ del Minnesota condotto sul lievito.

Pubblicato sulla rivista dell’Accademia di Scienze Americane (Pnas), lo studio ha mostrato inoltre che questo passaggio puo’ avvenire piu’ rapidamente di quanto si immaginasse. I ricercatori hanno posto organismi unicellulari come il lievito di birra, Saccharomyces cerevisiae, in un ambiente favorevole agli organismi pluricellulari e ne ha osservato lo sviluppo. In questo ambiente, caratterizzato fra l’altro da specifiche temperature, presenza o meno di sostanze nutritive, il lievito si e’ raggruppato formando strutture pluricellulari definite ‘fiocchi di neve’. All’inizio gli organismi erano composti da grappoli di cellule simili, ma poi si sono evoluti fino a diventare piu’ complessi e fino a quando questo stato di aggregazione e’ diventato stabile. I ricercatori hanno inoltre osservato l’evoluzione della divisione del lavoro all’interno dei gruppi di cellule: la maggior parte delle cellule e’ rimasta vitale e si e’ riprodotta, ma una minoranza e’ andata incontro al ‘suicidio’ (apoptosi). Queste ultime hanno agito come punti di rottura nei gruppi pluricellulari, permettendo ai fiocchi di lievito di regolare numero e dimensione dei componenti. ”Il lavoro dimostra che le ragioni alla base del passaggio dagli organismi unicellulari a quelli multicellulari sono la formazione di una struttura e la condivisione del lavoro, principi noti ma finora difficili da dimostrare”, spiega il genetista Ernesto Di Mauro, dell’universita’ di Roma La Sapienza. Si pensa, aggiunge, che il passaggio sia avvenuto circa 200 milioni di fa, ma e’ probabile che sia avvenuto ancora prima, circa 400 milioni di anni fa. Il dubbio nasce dal fatto che non si hanno prove fossili che documentino questa fase che, quindi, ”si puo’ studiare solo sulla base degli organismi attuali”.

 

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