”La buona notizia e’ che l’accordo sembra vicino. La brutta e’ che Obama ha mollato su tutta la linea”. Micheal Tomasky del Daily Beast sintetizza cosi’, in modo ruvido ma efficace, le ragioni della protesta che nelle ultime ora sta montando all’interno dell’area progressista dei democratici, assolutamente insoddisfatti per come sta finendo la trattativa sulla riduzione del debito.
Un misto di delusione, tristezza, ma anche rabbia e irritazione verso un leader che agli occhi di molti dei suoi elettori ‘liberal’ e’ visto come ”un traditore”, spinto solo dalla sua smania di piacere ai moderati, agli elettori indipendenti, pur di essere rieletto. Sentimenti forti che emergono anche dalla prima pagina del New York Times, che titola ”Con un bilancio che pende a destra Obama allarga la spaccatura nel suo partito: a rischio nel 2012 i voti ‘liberal”’. Anche qui l’accusa e’ quella di essere stato troppo arrendevole nei confronti della destra repubblicana. E anche di essere finito ”a parlare come loro, a pensare come loro”. Nelle ultime bozze, i tagli alla spesa pubblica, ammontano ormai a tremila miliardi di dollari in dieci anni. Tanti, troppi, per chi sperava che il primo presidente di colore della storia Usa venisse incontro alle esigenze di chi ha meno e scalfisse le forti ineguaglianze presenti nella societa’ americana. Un ennesimo boccone amaro per chi, nei mesi scorsi, ha gia’ dovuto digerire l’aumento delle truppe in Afghanistan, la conferma dei tagli alle tasse ai piu’ ricchi dell’era Bush e la mancata promessa della chiusura di Guantanamo. Le parole d’ordine ‘Hope’ e ‘Change’, oggi sembrano un ricordo lontano a chi nel 2008 si spese anima e corpo per portare Barack alla Casa Bianca. Critiche anche dal reverendo Jesse Jackson, una figura simbolo della sinistra americana: ”Al posto di Obama sarei stato piu’ duro con i repubblicani, lui ha sottovalutato quanto siano ideologici e determinati a volerlo distruggere”. Robert L. Borosage, co-direttore del Liberal Group Compaign for America’s Future cerca di spargere acqua sul fuoco, assicurando che ”la base ‘liberal’ tornera’ comunque ad appoggiare Obama perche’ e’ troppo terrorizzata dal ritorno di questa destra”. Tuttavia, lancia un allarme: ”Molti nostri militanti, come i giovani, le donne, gli afro-americani e i ‘latinos’ oggi sono scoraggiati e costernati. Per riconquistarli e’ necessario che Obama riprenda i suoi sforzi per la creazione di nuovi posti di lavoro”.