Guerra all’ultimo scatto fra una mamma e Facebook. La statunitense Heather Walker si e’ vista rimuovere dal profilo le foto del suo bimbo nato con una grave anencefalia e morto dopo sole 8 ore di vita. Furiosa per la decisione presa dal social network ha deciso di lanciare una protesta, insistendo nel pubblicare nuovamente le foto e invitando amici e familiari a contattare i gestori di Facebook.

Risultato: la donna e’ stata ‘bandita’ dal social network e la notizia e’ stata ripresa dai media Usa, e non solo. I coniugi Walker vivono a Memphis, nel Tennesse. Hanno chiesto spiegazioni in merito alla decisione di ‘censurare’ le foto del bebe’, Grayson James Walker, nato con un grave difetto al tubo neurale. I genitori, Heather e Patrick, sapevano gia’ durante la gravidanza che il piccolo non sarebbe sopravvissuto a lungo ed erano pronti a dirgli addio nello stesso giorno in cui e’ venuto al mondo. Cosi’ con l’aiuto di un ente no-profit hanno incaricato un fotografo professionale di fare qualche scatto del neonato per ritrarlo negli unici momenti che avrebbe trascorso con la sua famiglia, papa’ e mamma e i due fratellini. I Walker hanno voluto catturare la sua breve vita per conservarne il ricordo. Questo il motivo dell’attaccamento della mamma alle foto. A spiegarlo e’ lei stessa in alcune dichiarazioni riportate, fra gli altri, dal Daily Mail. Heather ha postato gli scatti su Facebook per condividerli con la famiglia e gli amici lontani. Nella maggior parte delle foto il piccolo Grayson indossa un cappellino che copre il difetto alla testa, in alcune no. La mamma non si da’ pace: “Facebook le ha cancellate a causa del contenuto. Permettono alle persone di postare foto in cui compaiono anche svestite, e molte altre cose sgradevoli, ma non permettono a me di condividere le immagini della mia creatura”, dichiara. Secondo il regolamento ci sono nove tipi di contenuti passibili di rimozione: violenze e minacce, atti di autolesionismo, bullismo e molestie, parole che incitano all’odio, violenza anche grafica, nudita’ e pornografia, identita’ e privacy, proprieta’ intellettuale, phishing e spam. Heather dice di non aver idea in quale di queste categorie rientrino gli scatti del figlio e aspetta una spiegazione.

 

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