Artrite reumatoide: malattia invalidante, che colpisce e deforma le articolazioni di 30 mila campani e di circa 300 mila persone in tutta Italia. Ancora oggi, pero’, e’ diagnosticata con un ritardo che rischia di compromettere la qualita’ di vita dei pazienti. E’ questo l’allarme lanciato oggi dagli esperti campani, che si sono riuniti alla Seconda Universita’ di Napoli nell’ambito del progetto “Il Paziente al Centro”, un’iniziativa sostenuta da Roche per favorire l’informazione sul ruolo dei Centri reumatologici in tutta Italia. L’artrite reumatoide e’ una malattia infiammatoria cronica autoimmune a decorso fluttuante e progressivo che conduce alla distruzione articolare con conseguente disabilita’ fisica. Puo’ comparire a ogni eta’ e una volta iniziata prosegue lenta e inarrestabile, compromettendo gravemente la qualita’ della vita. “Nella cura dell’artrite reumatoide la diagnosi precoce e’ fondamentale perche’ gli obiettivi raggiungibili sono inversamente proporzionali ai tempi della diagnosi – ha spiegato Gabriele Valentini, Professore ordinario di Reumatologia e Direttore dell’Unita’ Operativa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera universitaria Seconda Universita’ di Napoli -. In altre parole, se si interviene con una terapia adeguata quando la durata di malattia e’ inferiore all’anno si puo’ perseguire l’obiettivo della remissione. Se invece si interviene dopo l’anno, l’obiettivo terapeutico sara’ la bassa attivita’ della malattia”. L’artrite reumatoide e’, inoltre una malattia sistemica: non si limita cioe’ a colpire le articolazioni, ma coinvolge altre strutture quali la cute, i nervi periferici, il cuore, l’apparato respiratorio, ed e’ gravata dallo sviluppo di aterosclerosi accelerata e dal conseguente aumento della morbilita’ e mortalita’ cardiovascolare. Per questo motivo viene spesso definita una malattia “subdola”. Purtroppo, l’Italia soffre ancora di un ritardo diagnostico: spesso i pazienti non vengono inviati subito al reumatologo e ai Centri reumatologici, le strutture di riferimento per il trattamento dell’artrite reumatoide, rallentando cosi’ i tempi della diagnosi e quindi l’identificazione della terapia piu’ adeguata. “La nostra Regione – ha proseguito Mario Delfino, Assessore al Welfare della citta’ di Giugliano in Campania e Professore associato di Dermatologia Universita’ di Napoli Federico II – e’ un caso di eccellenza nel Sud Italia per quanto riguarda il trattamento dell’artrite reumatoide, ma i campani non lo sanno. Possiamo forse sintetizzare con questo paradosso la ragione che spinge molti pazienti a spostarsi in altre regioni per la terapia, determinando cosi’ un immotivato dispendio di risorse. E’ quindi fondamentale rassicurare i pazienti e le loro famiglie, fare informazione sull’eccellente qualita’ dei centri reumatologici campani, con una distribuzione capillare su tutto il territorio”.La Campania vanta 15 Centri di Reumatologia, 2 Centri di Reumatologia Pediatrica abilitati alla prescrizione di farmaci biologici* e 7 servizi territoriali distribuiti in tutte le cinque province. E’ una situazione che spicca nel contesto meridionale, dove le strutture sono spesso difficili da raggiungere: il 42% dei pazienti del Sud Italia (contro una media nazionale del 31%) non riesce a raggiungere i centri reumatologici a causa di un’eccessiva distanza, mentre il 20% lamenta liste d’attesa troppo lunghe[1] (contro la media del 13%). Secondo gli esperti l’imperativo per la reumatologia campana del prossimo futuro e’ l’appropriatezza del trattamento, strettamente connessa alla diagnosi precoce e all’informazione sul ruolo dei Centri reumatologici. “L’appropriatezza del trattamento e’ un aspetto fondamentale da tenere in considerazione – continua Valentini -: ogni paziente dovrebbe essere visitato ogni 3 mesi per ottimizzare il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico della remissione o della bassa attivita’ di malattia. Nel caso la terapia non sia sufficiente a spegnere la malattia o non sia tollerata, si dovra’ modificare il trattamento fino a trovare quello efficace e tollerato, che andra’ poi proseguito nel tempo.E’ come un circolo vizioso: non si arriva alla cura appropriata perche’ non ci si rivolge allo specialista adeguato. Cosi’, da un lato c’e’ una parte di pazienti che viene trattata con farmaci inadeguati; dall’altra parte, pazienti che non riescono a contattare lo specialista e a curarsi con la terapia piu’ efficace. La sfida per il futuro e’ riuscire a identificare il farmaco piu’ adatto al singolo paziente a priori e non piu’ a posteriori. I Centri reumatologici dell’intera Regione hanno un ruolo chiave. Per questo motivo sono in atto tentativi di uniformare, attraverso riunioni periodiche, tutti i centri per assicurare la terapia piu’ efficace a tutti i pazienti”.