«Prof posso andare in bagno?». All’istituto professionale per i servizi enogastronomici Rossini di Napoli la domanda si può fare solo in determinati orari. Dalle 9.30 alle 10, poi dalle 10.30 alle 11 e così via alternando mezz’ora di apertura dei servizi igienici e mezz’ora di chiusura. Una decisione che, spiega la dirigente scolastica Giuliana D’Avino «è stata sottoposta al consiglio di istituto ed è stata approvata». L’istituto si trova nel nuovo, grande plesso scolastico aperto da poco a via Terracina, una scuola da 6-700 studenti che ti ricevono all’ingresso come fosse un albergo e studiano anche stando al bar dell’istituto. «È chiaro – spiega D’Avino, che ha alle spalle grande esperienza di istituti alberghieri – che se un ragazzo dice di aver davvero l’esigenza di uscire può andarci in qualsiasi momento. Ma il provvedimento ha una logica. Prima di tutto i bagni devono essere tenuti puliti e noi abbiamo solo 17 bidelli, che staccano alle 14.30 quando spesso le lezioni finiscono dopo le 14. E i bidelli da noi puliscono anche i laboratori di cucina, un lavoro impegnativo. Ma poi anche per dare delle regole: la scuola ha uno scopo sociale, e noi abbiamo una responsabilità che ci è data dallo Stato, dobbiamo rispettarla». E di regole al Rossini ce ne sono, come il divieto di indossare i pantaloni della tuta o di portare la barba: «È la professione a cui li prepariamo – prosegue D’Avino – che lo richiede. Se a uno chef cucina cade un pelo di barba nel piatto, non va bene. Questa regola è stata più difficile da far rispettare, soprattutto perché vedono chef in tv con la barba». E anche se per arrivare a cucinare in tv ce ne vuole, i ragazzi sembrano comprendere la ratio delle regole: «Il divieto della barba è più che giusto – spiega Antonio Condemi, rappresentante degli studenti – io stesso lavoro e me lo impongono sempre. I bagni a tempo? Questo nuovo orario consente a tutti di andarci, prima era più corto ma ora va bene». «Io voglio – conclude D’Avino – che i ragazzi siano protagonisti. In questi giorni i rappresentanti di studenti, genitori e insegnanti stanno elaborando delle proposte di modifica al regolamento che ascolteremo. Poi è chiaro che qualcuno può non essere d’accordo, ma la democrazia impone di decidere insieme regole che poi tutti rispettino». E sui cambiamenti in arrivo arriva l’indiscrezione di Condemi: «Molti di noi lavorano di sera a partire dal venerdì – dice – quindi vorremmo la settimana corta, altrimenti arriviamo stanchi al lunedì».

 

 

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