GIUGLIANO – “Le 5 giornate di Giugliano contro la camorra”. Titolo evocativo quello che i ragazzi del Presidio Libera di Giugliano, intitolato alla memoria di “Mena Morlando”, vittima innocente della camorra, uccisa il 17 dicembre del 1980 nel corso di una sparatoria che aveva come obiettivo Francesco Bidognetti e che invece stroncò la vita della venticinquenne insegnate giuglianese.

Come nel 1848, infatti, fu l’insurrezione del popolo milanese contro l’esercito austriaco a rendere famose le giornate dal 18 al 22 marzo, così i responsabili del sodalizio giuglianese, in collaborazione con i media locali, le associazioni e i comitati impegnati nella difficile opera di costruzione del bene comune in un territorio tanto delicato come quello giuglianese, ma non solo, hanno deciso di organizzare una 5 giorni di eventi per urlare forte il loro grido di protesta e di presenza contro il subdolo potere di quei clan camorristici che all’ombra dei grandi arresti e dei grandi sequestri di cui si apprende ormai quotidianamente in televisione e sui giornali, stanno in qualche modo cercando di riorganizzarsi.

Un fitto calendario di appuntamenti che lungo le tappe organizzate nelle scuole medie e superiori giuglianesi, nelle sedi di associazioni e importanti siti di interesse socio-culturale come il celebre “Palazzo Palumbo”, e il coinvolgimento di numerosi volontari, giornalisti e attivisti chiama a raccolta una lunga serie di protagonisti dell’ampio panorama della lotta alla camorra.

Da Federico Cafiero De Raho e Giovanni Conzo, della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, a Michele Mosca, dell’Università di Napoli “Federico II”, a Mauro Baldascino, dell’Osservatorio sull’uso sociale dei beni confiscati, passando per i familiari delle vittime innocenti di camorra come Pasquale Scherillo e Annamaria Torre, e protagonisti del mondo dell’impegno civile come Peppe Pagano, della Nuova Cucina Organizzata di San Cipriano, e Ciro Corona dell’associazione (R)esistenza anticamorra di Scampia, fino all’importante contributo di realtà culturali come quelle dell’associazione musicale culturale “Illimitarte” di Villaricca e della cooperativa sociale “Il Tappeto di  Iqbal” di Barra. Il tutto accompagnato dalle interessanti parentesi enogastronomiche con degustazione dei prodotti provenienti dai beni confiscati, ospitate dalla vineria-libreria “Agorà” e dal ristorante ‘O Palazziello.

«Un serpentone di convegni, dibattiti e testimonianze che al grido di “Responsabilità” – fanno sapere dal presidio giuglianese dell’associazione presieduta da Don Luigi Ciotti – ha come obiettivo principale quello di rilanciare e di tracciare dei seri e concreti percorsi di sensibilizzazione e partecipazione per la costruzione di quel bene comune che è l’unico antidoto reale contro quelle logiche camorristiche che per anni, sotto tutti i punti di vista, hanno avvelenato e continuano ad avvelenare questo territorio».

 

Vincenzo Viglione

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