Diverse migliaia di fedeli sono sul piazzale del sagrato della Basilica dedicata alla Madonna del Santo Rosario di Pompei (Napoli), giunti dall’Italia e dall’estero anche con pellegrinaggi a piedi durati tre giorni per partecipare alla cerimonia della Supplica. A presiedere la celebrazione eucaristica è il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. In piazza ammalati, anziani e tanti bambini vestiti di bianco per ‘l’ora del mondo’, come viene chiamata la celebrazione eucaristica che si conclude con la recita della preghiera scritta dal beato Bartolo Longo, fondatore delle opere di carità che circondano la “città nuova” di Pompei. Prima dell’inizio della messa, l’arcivescovo prelato di Pompei-delegato pontificio, monsignor Tommaso Caputo, salutando il cardinale Parolin, ha rivolto un accorato invito a Papa Francesco a proseguire la tradizione dei pontefici che lo hanno preceduto, venendo in visita a Pompei. “Dica al Santo Padre Francesco che lo amiamo – ha detto monsignor Caputo – che preghiamo ogni giorno per lui e che lo aspettiamo al più presto qui a Pompei”. L’arcivescovo Caputo ha ricordato che, solo due giorni fa, Pompei ha festeggiato il “75° anniversario della solenne consacrazione del Santuario”, benedetto dal cardinale Luigi Maglione, Segretario di Stato di Papa Pio XII. “Lei, primo e più diretto collaboratore di Papa Francesco – ha detto Caputo – viene a rinnovare il legame tutto speciale con i pontefici e ad aprire idealmente anche al Papa ‘venuto dall’altra parte del mondo’, la strada che ha già condotto Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in pellegrinaggio al Santuario della Vergine del Rosario”. “Qui, oggi, dopo 130 anni, continuiamo ad accogliere orfani, figli di detenuti, vittime di disagi familiare e sociale, ragazzi sfruttati o provenienti da nazioni in guerra – ha ricordato Caputo – o in grave sottosviluppo. Lei avrà modo di visitare alcune delle nostre opere di carità”. Nel pomeriggio, il cardinale Parolin visiterà, infatti, le opere di carità legate al Santuario di Pompei.