NAPOLI – Raccoglie storie, oggetti ed esperienze legate al mare di Napoli e all’emigrazione, classificarle e renderle disponibili a cittadini e turisti all’interno di un vero e proprio museo. L’idea fu lanciata senza successo oltre 15 anni fa dal gruppo locale dell’associazione ‘The International Propeller Club’, nata nel 1922 a New York per promuovere la cultura del mare.
Oggi torna d’attualita per una serie concomitante di fattori, in primis la possibilita’ di utilizzare i locali del molo San Vincenzo, che potrebbero essere lasciati a breve dalla Marina militare e che nello specchio d’acqua antistante ospitano diverse navi affondate e recuperabili. Il presidente nazionale Umberto Masucci lo definisce “una parte di un percorso avviato da tempo, che dovra’ servire anche a restituire alla citta’ la zona del molo San Vincenzo”, sottolineando lo stretto legame che si potra’ costruire tra cultura ed economia. Il modello da imitare e’ quello del Museo del mare e dell’emigrazione (Muma) di Genova, nato nel 2005 e che dal 2010 e’ riconosciuto come istituzione culturale di interesse nazionale, oltre a rientrare tra i primi dieci musei grazie anche ai 194 mila visitatori del 2011. “Abbiamo creato un rapporto virtuoso tra pubblico, privato e privato-sociale – spiega la presidente Maria Paola Profumo – siamo in rete con musei di altre regioni, oltre che di tutta l’Europa e del Mediterraneo e abbiamo restituito l’area del porto alla citta’ attraverso uno spazio espositivo di 12 mila metri quadrati”. Il museo del mare diNapoli potrebbe dedicare i suoi spazi al rapporto tra il porto e il resto della citta’ nel corso dei secoli, alla tradizione della cantieristica navale e al porto come centro di aggregazione. La realizzazione della struttura potrebbe richiedere ancora molti anni, ma il soprintendente speciale per il polo museale di Napoli, Fabrizio Vona, fa notare che dei piccoli prototipi ci sono gia’, come “la sezione navale del museo di San Martino, oltre a tanti oggetti che sono accantonati nei depositi e che la soprintendenza e’ pronta a cedere, come i 25 ‘mezzi modelli’ (meta’ dello scafo) di navi realizzate qui nel corso dell’800”. Senza dimenticare i tanti musei navali privati presenti in tutta la regione e che potrebbero essere accorpati. L’impegno dell’amministrazione c’e’, come conferma il sindaco Luigi de Magistris, che vede il museo come “un sogno e un’opportunita’ per restituire il porto alla citta’”, ricordando che “il mare e’ cultura, accoglienza ma anche economia, con il commercio, la cantieristica e gli oltre nove milioni di passeggeri che arrivano ogni anno”.