Quanta dose di follia ci vuole per registrare un disco in un Ospedale psichiatrico giudiziario? Forse giusto un pizzico. Ma quello che certamente ci vuole è la voglia di riscatto e la voglia di fare. Ed è così che un vecchio scantinato dell’Opg di Napoli diventa un vero e proprio studio di registrazione e, soprattutto, dieci detenuti diventano a tutti gli effetti dei cantanti.
“La musica è un mezzo di elezione – spiega la curatrice del progetto, Tiziana Salvati – E’ un modo per combattere il terribile marchio della follia” Il progetto è nato come un semplice laboratorio musicale di sei mesi. Poi, a mano a mano che l’entusiasmo cresceva, le ambizioni dei ragazzi dell’Opg e degli esperti che li seguivano lo hanno trasformato in qualcosa di più ambizioso. Alla fine, nel disco dal titolo ‘Ponte dei suoni’, stampato in cento copie con tanto di bollino Siae, sono state incise ben sei tracce con cover di Vasco Rossi, Pino Daniele ed Eros Ramazzotti. “Ognuno ha scelto la propria parte da cantare – spiega la Salvati – E ognuno ha dato un significato preciso alle parole che interpretava. Parliamo di persone che si sono macchiate di delitti tremendi, spesso omicidi plurimi commessi anche tra le mura domestiche, che con la musica hanno trovato un modo per entrare in relazione con gli altri e per comunicare”.