Al Consiglio regionale flash mob contro la violenza e un elenco dei diritti negati in Campania Si intitola “Quello che non ho” la conferenza stampa che il Pd regionale ha tenuto stamattina nella sede del Consiglio regionale della Campania, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Presenti Lello Topo, capogruppo regionale PD assieme alle consigliere D’Amelio, Cortese e Abbate, Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione ‘Luca Coscioni’ e presidente dell’associazione Amica Cicogna; Daniela Farone di Soroptimist, l’organizzazione internazionale che ha creato l’applicazione “Shaw”, ideata per offrire un aiuto alle vittime di abusi e maltrattamenti; Maria Teresa De Pascale, presidente dell’associazione Terra Prena, che favorisce l’incontro e lo scambio di esperienze tra le donne durante la gravidanza e il post partum. “L’offesa alla donna ha forme molteplici. Quelle più implicite, quelle meno plateali, sono spesso le più resistenti: gli abusi, le vessazioni, le iniquità. O semplicemente l’inerzia di chi dovrebbe fare e non fa. Una scelta anche quella, che si trasforma in isolamento e, dunque, in condanna”, osserva Rosetta D’Amelio, Presidente Commissione Politiche giovanili e Disagio sociale ed occupazionale, nonché tra le relatrici della legge regionale contro la violenza di genere. “Oggi è l’occasione buona per fare l’inventario delle quotidiane ingiustizie che si consumano, spesso nel silenzio, ai danni delle donne della Campania. Privarle di diritti essenziali significa renderle di fatto più fragili, più vulnerabili. Più sole». E’ soprattutto in ambito sanitario che le donne subiscono i torti maggiori. “La lista è lunga – sottolinea D’Amelio -: dalla scarsissima assistenza alla maternità alla mancanza di un centro unico di prenotazioni, dalle resistenze dei medici obiettori nell’applicazione della legge 194 allo scriteriato ricorso ai parti cesarei (una media del 50 per cento, con picchi del 92,9 per cento in alcune cliniche), per finire con l’assoluta mancanza di strutture in grado di garantire alle persone colpite da ictus – la maggioranza sono donne – interventi tempestivi, che sono determinanti per salvare la vita ai pazienti. Su questo la Campania è all’ultimo posto in Italia. Per non parlare del tanto dibattuto tema della fecondazione eterologa, sulla quale la Campania resta al palo a causa di una giunta regionale che non ha fatto sue le linee guida nazionali fuoriuscite dalla conferenza delle Regioni di cui Caldoro è il Vice presidente (oltre ad essere commissario ad acta della sanità in Campania) e nonostante i 3,5 milioni trasferiti da anni alle Regioni per la fecondazione assistita, mai ripartiti”.

 

 

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