NAPOLI – L’euro e i cittadini dieci anni dopo. Che cosa è successo in Europa con l’introduzione della moneta unica, da un punto di vista sociale, culturale, civile, economico? E’ questo il leit motiv del libro di Giovanni Moro, ‘La moneta della discordia’, presentato oggi a Napoli all’Emeroteca Tucci.

La presentazione del pamphlet, scritto in collaborazione con Lucia Mazzuca e Roberto Ranucci, è stata organizzata da Consumer’s Forum in collaborazione con Poste Italiane. Era il primo gennaio 2002 quando l’euro ha preso il posto della moneta nazionale in 12 paesi europei. E da allora, in questi primi 10 anni di vita, la valuta dell’Europa unita ne ha fatta di strada, diventando la moneta usata ogni giorno da 480 milioni di persone. E se l’euro può vantare già una storia decennale e una certa notiziabilità, la moneta unica è uno dei temi più trattati nello spazio pubblico europeo, certo non può andare fiero di un’ottima reputazione. Sul tema si sono intrattenuti Sergio Veroli, presidente di Consumer’s forum, Romolo Giacani responsabile nazionale dei rapporti con le associazioni dei consumatori di Poste Italiane, Perafancesco Barotlomucci, ricercatore di diritto privato alla Parthenope, Riccardo Realfonzo, docente di economia politica all’Università del Sannio nonché assessore a bilancio, finanza e programmazione del comune di Napoli. A moderare i lavori la giornalista Donatella Trotta, presidente regionale Ucsi. A chiudere gli interventi l’autore, Giovanni Moro, figlio dello statista assassinato dalle Brigate Rosse, Aldo. Il professor Moro si è chiesto che cos’é veramente l’euro? Non solo una moneta. E qual è il suo valore? Non solo macroeconomico. L’euro è innanzitutto uno strumento di identità collettivo, un mezzo di comunicazione e scambio che lega tra loro le persone e le comunità, uno strumento politico attraverso cui lo Stato sancisce la sua sovranità. Ed è proprio sugli aspetti sociali culturali e politici che si concentra il suo lavoro: alla nuova moneta, infatti, vengono attribuite, direttamente o indirettamente, le difficoltà che l’Europa vive di fronte alla dilagante crisi finanziaria e economica: il risentimento dei paesi virtuosi costretti, forzatamente, a legare il loro destino a quelli che non hanno tenuto fede ai patti, la scelta di imporre regole di finanza pubblica omogenee in situazioni disomogenee, l’imposizione di misure fiscali che i cittadini sono costretti a subire senza averle decise.

 

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