Fumata nera al Csm sulla nomina del procuratore di Napoli. Il plenum ha rinviato la decisione al 2 maggio, nel tentativo di trovare una maggior convergenza tra i consiglieri, che in commissione si sono spaccati votando tre candidati. Si tratta del procuratore di Nola, Paolo Mancuso, del capo della procura di Potenza, Giovanni Colangelo e del procuratore di S.Maria Capua Vetere, Corrado Lembo.
In mattinata era circolata l’ipotesi che i laici del Pdl avrebbero dato a sorpresa il proprio sostegno a Mancuso, che è un esponente di Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, mentre fino alla vigilia sembrava che il gruppo intendesse appoggiare Colangelo. In commissione, il rappresentante del gruppo si era astenuto, come aveva fatto anche il laico del Pd Glauco Giostra. La decisione di rinviare tutto al mese prossimo è stata presa con 15 voti a favore, sette contrari e tre astensioni, su richiesta del togato di Unità per la Costituzione, Riccardo Fuzio. A favore hanno votato i consiglieri di Unicost e di Magistratura indipendente e i laici Giostra (Pd) e Ettore Albertoni (Lega); contro invece i togati di Magistratura democratica e del Movimento per la giustizia e il laico del Pd Guido Calvi; astenuti tre laici del Pdl. In più occasioni il capo dello Stato ha sollecitato il Csm a provvedere alla nomina del procuratore di Napoli: un ufficio che é ormai scoperto dal dicembre scorso e che costituisce, per dimensioni, la più grande procura italiana.