Una lettera aperta alla citta’ di Napoli per spiegare le ragioni del loro viaggio, le sofferenze subite, la violenza dalla quale sono fuggiti, ma soprattutto per raccontare le condizioni in cui vivono oggi. La lettera e’ scritta dai rifugiati fuggiti dalla Libia che oggi vivono in diversi alberghi della zona orientale della citta’.
Sono circa 900 e di varie nazionalita’ i richiedenti asilo a Napoli, fuggiti dalla Libia in guerra. Raccontano di vivere senza assistenza sanitaria e legale, di non conoscere i loro diritti e di essere preoccupati per il futuro. Ecco perche’ hanno deciso di parlare alla citta’ scrivendo una lettera e di distribuirla ai volontari e ai cittadini.”Ci sembra importante, innanzitutto, ricordarvi che siamo partiti dai nostri Paesi di origine spinti da molte cause: dalle guerre; dai conflitti politici, etnici, religiosi; dalla siccit… che continua a devastare le nostre terre – spiegano i rifugiati -. Quando siamo arrivati in Libia molti erano, ovviamente, in quanto fuggitivi, senza documenti; nessuno in quel tempo ce li ha mai chiesti; la nostra integrazione si e’ compiuta, tutto sommato, senza difficolta’. Nessuno di noi aveva intenzione di venire qui in Italia altrimenti saremmo partiti con la prima ondata di immigrazione clandestina”. Ma la guerra ha costituito per queste persone una preoccupazione troppo grande per continuare a vivere in Libia. ”Noi siamo stati obbligati ad affrontare il mediterraneo e lungo il percorso molti nostri compagni hanno perso la vita – raccontano -. Noi che siamo venuti qui in Italia costituiamo tuttavia solo un piccolo numero (il 30%) di tutti coloro che sono scappati; siamo qui solo perche’ abbiamo paura di tornare nei nostri paesi di origine. Abbiamo lasciato tutto dietro di noi: le nostre case, le nostre auto, i nostri beni materiali, i nostri soldi che ci avrebbero potuto aiutare in questo nostro difficile momento”. ”E tutto questo a causa di una guerra per la liberta’ – aggiungono. E la nostra liberta’? Che fine ha fatto la nostra liberta’? Noi chiediamo a voi abitanti della citt… di Napoli, che siete un popolo di grande valore e di antica civilta’, comprensione e solidarieta’ affinche’ ci possiate aiutare nella nostra lotta per la liberta’ e per la dignita’, una lotta che sarebbe impossibile vincere senza il vostro sostegno”. I rifugiati nella lettera invitano i napoletani ad andare a trovarli negli alberghi che li ospitano per toccare con mano le condizioni in cui vivono. Denunciano inoltre di vivere con un ticket giornaliero di 2,50 euro con il quale a stento possono comprare del pane e del tonno. ”Siamo spiacenti di affollare i semafori chiedendovi l’elemosina di qualche centesimo, vendendovi fazzolettini o pulendo i vetri delle vostre auto – concludono -. Noi vi chiediamo di aiutarci a ritrovare i nostri diritti di rifugiati. Vi chiediamo di esserci accanto nella nostra richiesta di un permesso di soggiorno umanitario di un anno per tutti coloro che sono dovuti fuggire dalla Libia”.